Abusi a Licosa: scatta il sequestro, ma minoranza incalza: “situazione già segnalata da tempo”

Redazione Infocilento

Abusi in località Vallone Alto, in contrada Licosa nella frazione San Marco di Castellabate. L’area in questione, zona di protezione speciale del Parco Nazionale del Cilento, è sottoposta a stretto vincolo paesaggistico e ambientale. A seguito delle indagini esperite dalla Municipale è emerso che sono state effettuate opere in completa difformità rispetto a quanto previsto dai titoli edilizi rilasciati: una scalinata che collega la proprietà al mare, un’ampia zona pavimentata in pietra, alcune difformità prospettiche di varia natura che hanno apportato modifiche sostanziali allo stato dei luoghi in prossimità del demanio marittimo. Per questo è scattato il sequestro.

Il Comandante della P.M., la dottoressa Manola D’Amato, che ha guidato la complessa indagine di polizia giudiziaria attraverso controlli mirati via terra e via mare, dichiara in merito all’operazione: «Si tratta di un grande sequestro frutto di un’indagine complessa. Il mio ringraziamento va ai miei agenti e all’ufficio tecnico comunale impegnati nella buona riuscita dell’operazione.» È chiara la posizione del Sindaco Costabile Spinelli: «Tale sequestro si inserisce nella serie di controlli capillari che si stanno effettuando sul nostro territorio, uno scrigno di bellezza che non ammette deturpazioni di nessun tipo, quindi mi compiaccio per l’operazione brillantemente condotta dalla Polizia locale insieme all’Ufficio tecnico.»

La minoranza, però, si mostra tutt’altro che entusiasta. «Assistiamo da circa 9 anni a speculazioni di ogni tipo. Sono stati costruiti villaggi abusivi, megacostruzioni, tutti con conseguenti indagini. Ma la disonestà intellettuale di questi amministratori si manifesta nella sua interezza quando ringrazia i Vigili e l’Ufficio Tecnico per tale operazione senza menzionare minimamente chi ha segnalato per la prima volta e in maniera ufficiale un abuso senza precedenti in un paradiso terrestre», dice il consigliere Alessandro Lo Schiavo che già in consiglio comunale segnalò gli abusi oggetto del sequestro. «Nello stesso consiglio il Sindaco affermò che aveva già dato mandato all’ufficio tecnico per avviare i controlli del caso. Non sicuro, a fine Consiglio mi recai nell’ufficio e rimasi veramente sorpreso nell’apprendere dal responsabile di area Arch. Nicoletta, che non aveva avuto nessuna indicazione dal Sindaco in merito all’episodio – accusa Lo Schiavo – Aveva mentito pur di salvare la faccia nel breve termine».

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