A Casal Velino la presentazione de “Il Monolite” del magistrato Paolo Itri

Carmen Lucia

Venerdì, la presentazione del libro del magistrato Paolo Itri “Il monolite. Storie di camorra di un giudice antimafia” (Piemme, 2019).

Una testimonianza unica, con l’intensità di un reportage e il ritmo narrativo di un legal triller, che ricostruisce in forma autobiografica, dopo ventotto anni di magistratura, ​ le difficili inchieste nel Palazzo di Giustizia napoletano. “Il monolite” è un romanzo solido, ​ fittamente tramato da una memoria visiva e pulsante che ripercorre gli iter dei processi e le complesse vicende della Procura di Napoli con la dettagliata ricostruzione di decenni di arresti, indagini, omicidi e affari criminali: con i clan della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, i Bardellino e i Nuvoletta, i casalesi “Sandokan” Schiavone e Bidognetti, i Corleonesi.

Questa prima opera del giudice Paolo Itri è un romanzo autobiografico, una non fiction novel se si considera il genere testuale specifico, ​ dove lo sguardo critico e analitico del magistrato racconta in presa diretta il lavoro del giudice in servizio a Napoli fino al 2011, rivelando tutti i retroscena di “storie di camorra” vissute da un uomo​ ​ impegnato in prima linea nella lotta al crimine, che sembra cercare il suo filo d’Arianna ​ nei labirinti della legge, nelle deposizioni, negli interrogatori, nei processi, nella ricostruzione della verità, nei volti dei cadaveri: “rovisto nella spazzatura, nelle miserie dell’animo umano, guardo avanti e tiro diritto. Tanto ai morti ammazzati prima o poi ci fai l’abitudine”.

Il libro ha la forza dirompente di denunce e inchieste importanti come quelle che ormai sono definite“tragedie civili”: pensiamo a “La fabbrica dei Veleni. Storie e segreti di Porto Marghera” (Sperling & Kupfer, 2007) del magistrato Felice Casson e​ al monologo “Il racconto del Vajont”, il drammaturgo noto al grande pubblico per la capacità di recuperare la memoria collettiva in un’orazione civile che ricostruisce la tragedia del crollo della Diga del Vajont il 9 0ttobre del 1963. ​

I 12 capitoli del “Monolite” coprono una vita di inchieste e di impegno nella lotta al crimine che va dagli anni Settanta fino al 2010. Sono un atto doloroso di denuncia di un sistema che gronda sangue e sofferenza, una ricerca incessante della “Verità e della Giustizia”, ​ binomio spesso sorretto dai sistemi e dai teoremi della fisica, che si contaminano con la filosofia (bellissimo l’omaggio a Parmenide e all’Alètheia, che occupa una posizione centrale nel testo).

Di grande suggestione sono le pagine che scandiscono i mesi dell’anno, pagine sature di nostalgia e malinconia dedicate ad Acciaroli, a Pioppi, che ricordano le descrizioni di Ungaretti. La natura e la contemplazione del mare diventano intermezzi lirici dove il registro stilistico prende una virata verso l’elegia e la poesia: qui la velocità dei dialoghi dei processi si concede una pausa, una pausa dal dolore (tòpos dominante nel testo) e si sospende in descrizioni di grande​ evocazione simbolica e di forte lirismo.

Nei prossimi giorni, sono previste nel Cilento due presentazioni: la prima si terrà venerdì 19 ottobre – ore 19.00 ​ – presso la Sala Polifunionale del Comune di Casalvelino. La seconda avrò luogo nella storica Aula Magna del Liceo Parmenide di Vallo della Lucania, martedì 29 ottobre ore 10:00, in occasione delle giornate di lettura promosse dal Cepell e dalla manifestazione “Libriamoci”, per divulgare le attività di lettura tra le giovani generazioni.

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