800 anni fa, nell’anno 1219, San Francesco d’Assisi e San Daniele Fasanella si incontrarono ad Agropoli

Ernesto Apicella

Il 9 marzo del 2015, pubblicai sul portale “InfoCilento” l’articolo che documentava, per la prima volta in assoluto, la presenza contemporanea ad Agropoli di San Francesco d’Assisi e di San Daniele Fasanella, nell’anno domini 1219. Consegnai la ricerca storico-religiosa a Don Roberto Guida, allora Parroco della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Agropoli, nella cui giurisdizione religiosa ricade la Chiesa di S. Francesco d’Assisi (La Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo dovrebbe essere l’unico ente religioso e non, preposto alla gestione di tale rilevante episodio, purtroppo in questi mesi sta accadendo il contrario e questo è un grave danno recato alla Storia della nostra cittadina).

Negli ultimi 4 anni ho continuato la mia ricerca storico-religiosa per cui vi propongo un nuovo articolo con alcune precisazioni, nuove notizie ed altre testimonianze, anche in video, provenienti dalla Spagna, che ci confermano la presenza di San Daniele Fasanella ad Agropoli nel 1219.

In quell’articolo del 9 marzo 2015 menzionai per la prima volta la presenza di un dipinto conservato nel Refettorio del Convento dei Padri Cappuccini “S. Daniele” a Belvedere Marittimo, denominato dalla tradizione popolare locale: “Miracolo di S. Francesco ad Agropoli”. Padre Terenzio Mancina, già superiore del convento, in un suo scritto aveva definito l’opera “Cena di S. Francesco ad Agropoli”.

Il dipinto del 1725, secondo lo storico Luigi Paternostro è attribuibile ad Angelo Galtieri da Mormanno, un pittore molto attivo nella Calabria settentrionale nel XVIII secolo. Purtroppo il dipinto, secondo lo storico Carlo Andreoli, che ha condotto nel 2018 un attento e certosino studio sul dipinto, sarebbe il < Miracolo delle mele di San Francesco > avvenuto, secondo alcune fonti storiche, nei pressi di Roma. Miracolo che non è avvenuto ad Agropoli quindi!!! La vicenda miracolosa racconta che San Francesco d’Assisi resuscitò un bambino morto rinchiuso in una cassa. Infatti, nel dipinto si vede San Francesco d’Assisi che benedice un bambino che esce da una cassa, recante in una mano delle mele. Il < Miracolo delle mele > è riportato nel libro: < Alcuni miracoli di S. Francesco d’Assisi >, Roma, Stamparia di Rocco Bernabò, 1711”.

1219, incontro ad Agropoli tra San Francesco d’Assisi e San Daniele Fasanella.

Alla fine dell’Alto Medioevo, fermenti e cambiamenti radicali stavano attraversando la vita religiosa, sociale ed economica dell’Europa. Nel 1221 si era conclusa la Quinta Crociata (1217-1221), ma ancora riecheggiavano, prepotenti ed umilianti, i ricordi della sciagurata sconfitta Cristiana subita in Egitto ad opera dei Musulmani. Sull’esempio di S. Francesco d’Assisi, che nel 1219 armato di pace ed umiltà, aveva incontrato in Egitto il sultano al-Malik al-Kamil, numerosi frati francescani si offrirono per andare in missione ad evangelizzare i Saraceni.

In questo contesto storico-religioso si sviluppa la nostra storia.

In un documento redatto a Firenze, presumibilmente nel 1228/9, e chiamato “Lettera di un anonimo frate calabrese”, troviamo la testimonianza fornita nel 1226, da San Daniele Fasanella, sull’incontro avvenuto ad Agropoli con San Francesco d’Assisi:

“(…) Hoc anno 1226 mese decembris a Calabria mea nativa provincia Florentiam venit Minister Provincialis cum sex aliis sociis ad Fratem Heliam Vicarium Generalem, ut ab ipso peteret licentiam confutandi sectam Maumeticam, quorum nomina haec sunt: F. Daniel Fasanelli de Belvederio in occidentali plaga, Minister Calabriae meae natione provinciae. Hic frater habitum suscepit in oppido Agropoli ut ipse dixit, anno 1219 a P. Francisco de Moriconibus de Assisio, Fundatore nostro, qui nunc mortuus, miraculis viget, nam dum maneret ibi P. Franciscus, hic qui erat Presbiter saecularis intelligens dicti Patris miranda opera decembri habitum sumpsit(…)”.

“ (…) Nel mese di dicembre di quest’anno 1226 dalla Calabria, mia Provincia d’origine, venne a Firenze il Ministro provinciale con altri sei compagni presso frate Elia, Vicario Generale, per chiedergli licenza di andare a confutare la setta maomettana. Fra Daniele Fasanelli da Belvedere nella parte occidentale, Ministro e nativo della mia Provincia, ricevette l’abito nella città di Agropoli -come disse lui stesso- nel 1219 dal Padre Francesco dei Moriconi di Assisi, nostro fondatore, il quale anche da morto compie miracoli. Infatti mentre il Padre Francesco dimorava in quel luogo egli, che era un prete secolare (N.d.A. I preti secolari non hanno il voto di povertà), comprendendo l’opera meravigliosa del detto Padre, prese l’abito a dicembre (…)”.

La presenza di S. Daniele Fasanella e dei suoi confratelli a Firenze, è documentata nel libro di P. Candido Chalippe Recolletto, che nel IV° volume dell’opera ”Vita del serafico Patriarca S.Francesco di Assisi” (1728), a pagina 208 scrive:

“L’esempio del Santo Patriarca, che aveva tre volte cercato l’occasione del martirio, e il trionfo dei suoi cinque figli martirizzati in Marocco (1220), produssero nel cuore di molti altri un’ardente brama di morire per Gesù Cristo. E però, poco dopo che Fra Elia fu rimesso nell’Officio di Vicario Generale, Daniello (Daniele) Ministro della Provincia di Calabria, gli chiese la permissione di andare a predicare la Fede ai Mori con altri sei religiosi, cioè Samuello, Donulo o Danulo, Leone, Ugolino, Nicola ed Angelo (…)”.

Chi era San Daniele Fasanella da Belvedere.

San Daniele Fasanella nacque nel 1200 a Belvedere Marittimo (CS), da un’antica e nobile famiglia di origine longobarda che, secondo il Tutini ed altri storici, discendeva dalla dinastia dei Principi di Salerno e che, nella seconda metà dell’anno mille, ebbe la signoria di Fasanella, da cui prese il nome. Non ci sono notizie certe sui primi anni di vita di San Daniele da Fasanella.

Dalla“Lettera di un anonimo frate calabrese” del 1228/9, di cui parlerò ampiamente in seguito, apprendiamo che San Daniele Fasanella si incontrò ad Agropoli nel 1219 con San Francesco d’Assisi. Egli era già prete ed ascoltando il “poverello d’Assisi” ad Agropoli, fu colpito dalla sua parola, per cui decise di entrare nel suo Ordine.

Infatti, San Daniele Fasanella, nel documento sopraccitato, racconta di come la sua vita fosse cambiata totalmente, dopo l’incontro con San Francesco d’Assisi ad Agropoli: “ (…) Poi fu mandato da lui (da S. Francesco) presso fra Pietro da S.Andrea della Marca, che allora era Ministro della nostra Provincia, il quale lo mandò a seminare la parola di Dio e a fondare luoghi, e gli comandò di rimanere a Corigliano insieme a fra Ambrogio Pirronio da Corigliano e a fra Arisio Curto da Rossano, novizi ammessi all’abito dallo stesso fra Pietro. Fra Daniele, cinque anni dopo il suo noviziato, da fra Bernardino Puglisio da Castrovillari fu mandato a fondare il luogo di S.Maria del Soccorso in un posto deserto e fuori mano, dove dimorò per due anni. Quindi fu eletto ministro Provinciale nel mese di…del 1226 e venne qui nel Dicembre dello stesso anno (…) ”.

San Daniele Fasanella ed i suoi sei compagni, dopo aver ottenuto il permesso dal Vicario Generale dei Frati Minori, si imbarcarono da Livorno alla volta della Spagna e quindi a Ceuta, in Marocco. In un’altra lettera inserita nella “Passio sanctorum fratrum” eriportata dalla “Chronica XXIV generalium”, San Daniele Fasanella, dal carcere di Ceuta,qualche giorno prima di morire, espose gli avvenimenti che lo avevano visto coinvolto insieme ai suoi compagni. La lettera fu indirizzata a Ugo di Genova (il più anziano fra i sacerdoti residenti nel fondaco di Ceuta) e ad altri due frati (un domenicano ed un francescano) che lì si trovavano temporaneamente. Nella lettera San Daniele Fasanella scriveva: “Nei primi mesi del 1227, con i miei compagni Samuele, Angelo, Domno (o Donulo) di Montalcino, Leone, Niccolò di Sassoferrato e Ugolino abbiamo fatto vela dalla Toscana, per recarci nel Marocco a convertire gli infedeli. Dopo una breve permanenza in terra di Spagna, ci siamo trasferiti a Ceuta nel Marocco. Violando il divieto delle autorità locali, che ci avevano proibito ogni forma di propaganda cristiana, nell’ottobre 1227 abbiamo iniziato la predicazione in mezzo ai musulmani. Le autorità locali ci hanno arrestato ed imprigionato. Siamo stati sottoposti a vari interrogatori ed invitati ad abbracciare l’Islam. Di fronte al nostro deciso diniego, siamo stati condannati a morte tramite decapitazione”. Questo è il sunto della testimonianza epistolare di San Daniele Fasanella, sulla sua tragica missione in Marocco.La tradizione narra che la sentenza fu eseguita a Ceuta il 10 ottobre 1227 ed i corpi dei frati furono dilaniati e dispersi. Tuttavia, dei mercanti cristiani occidentali recuperarono parte dei miseri resti e li seppellirono nei sobborghi di Ceuta. Frammenti delle ossa di San Daniele furono portati in Calabria nel 1481 dal Cardinale Giovanni d’Aragona, figlio di Alfonso Re di Napoli. Tuttora, sono conservati in un reliquiario esposto alla venerazione dei fedeli nella cappella, che è ritenuta la casa natale di San Daniele Fasanella, nel centro storico di Belvedere. Nel 1612 giunsero a Belvedere, mandati dalla città di Paola, “(…) la statua e reliquia del Santo Martire e due altre Reliquie e Statue di due altri Santi (…)”. Altre reliquie sono conservate nella cattedrale di Ceuta, ma i corpi dei sette Martiri non sono stati più ritrovati. Leone X, con decreto del 22 gennaio 1516, permise la venerazione (10/13 Ottobre) di Daniele Fasanella e dei suoi compagni: Santi Martiri di Ceuta. San Daniele Fasanella da Belvedere è Patrono di Belvedere Marittimo (CS), Orani (NU) e Ceuta (Spagna), luogo del suo martirio. Il Culto di S. Daniele Fasanella è diffuso anche in Sardegna. Infatti è venerato a: Gonnoscodina (Oristano), Asuni (Oristano), Villaurbana (Oristano), Busachi (Oristano), Lanusei (Nuoro), Ozieri (Sassari). In un convento dei frati minori di Cagliari è conservata una statua ed un quadro raffigurante il Santo.

 

 

Analisi della “Lettera di un anonimo frate calabrese”. Veniamo all’analisi della “Lettera di un anonimo frate calabrese”:

A) Nel 1217 erano state erette da S. Francesco d’Assisi, nel primo Capitolo Generale, le Province Francescane, di cui sei in Italia: Toscana, Marche, Lombardia, Terra di Lavoro o Napoletano, Puglie e Calabria. Nel 1226, S. Daniele Fasanella era Ministro Provinciale della Calabria, quindi una figura eminente dell’Ordine dei Frati Minori, per cui numerosi frati seguivano il suo esempio spirituale;

B) S. Francesco d’Assisi, nella “Regola non Bollata” (1221), scriveva nel sedicesimo capitolo:“Qualunque fratello vorrà, per ispirazione divina, andare tra i Saraceni o altri infedeli (…) vada su licenza del ministro e il ministro dia loro la licenza e non li contraddica se vedrà che sono idonei a essere inviati”.

Per cui è plausibile che nel 1226 i sette frati calabresi si siano recati a Firenze presso frate Elia, Vicario Generale, per chiedere il permesso di partire in missione per evangelizzare i musulmani; C) Il relatore del documento era un frate minore calabrese che espletava la sua missione, molto probabilmente da scrivano, presso il Vicariato Generale dell’Ordine dei Frati Minori a Firenze. Egli dichiara nel documento che è S. Daniele Fasanella a raccontargli dell’incontro avvenuto con S. Francesco d’Assisi, nel 1219 ad Agropoli. Nonché di altri accadimenti. Infatti il documento, nella sua interezza, espone, con molta precisione e dovizia di particolari, le notizie riguardanti i setti frati. In conclusione mi chiedo, per quale motivo questo anonimo frate calabrese avrebbe dovuto mistificare la realtà, con un documento così ricco di notizie che storicamente, negli anni successivi, sarebbero state valutate veritiere?

E perché avrebbe dovuto collocare proprio ad Agropoli, l’incontro tra S. Francesco d’Assisi e S. Daniele Fasanella?

Quindi è intuibile che il documento, vista l’accuratezza e la precisione dei fatti esposti, sia stato redatto da una persona presente all’incontro tra frate Elia, Vicario Generale dell’ordine dei Frati Minori e S. Daniele Fasanella, Ministro Provinciale della Calabria. Persona alla quale S. Daniele Fasanella avrebbe rilasciato la sua testimonianza di conversione francescana.

E’ attendibile che San Francesco d’Assisi fosse ad Agropoli nel Dicembre 1219?

Nel maggio del 1219, Capitolo di Pentecoste, i Frati Minori si riunirono ad Assisi, nel Convento di S.Maria degli Angeli. Il 26 maggio 1219, a conclusione del Capitolo Generale, S. Francesco d’Assisi li invitò ad intraprendere le missioni nel mondo, per portare la Parola di Dio: “Figliuoli miei cari, Iddio mi ha ordinato di mandarvi nel Paese de’ Saraceni, per quivi annunziare la sua Fede, e per combattere contro la legge di Maometto. Io me ne andrò per l’altra parte a procurare la conversione de’ medesimi Infedeli, e a questo modo invierò predicatori in tutto il Mondo. Disponetevi dunque ad eseguire la volontà del Signore ”. Incitò il suo esercito, composto da 5000 frati, a convertire i mussulmani solo con parole intrise di Pace, di Solidarietà e d’Amore.

S. Francesco d’Assisi aveva tentato più volte di visitare le terre dell’Islam. Nel 1211 si era imbarcato per la Siria, ma i venti spinsero la nave in Dalmazia, da dove tornò ad Ancona. Nel 1212/13 si era recato in Spagna per passare in Marocco, ma una malattia lo fermò e lo costrinse a tornare alla Porziuncola. Il 24 giugno 1219, riuscì finalmente ad imbarcarsi su una nave, che da Ancona lo avrebbe condotto a compiere la sua missione in Terra Santa, quella di incontrare il Sultano ayyubide al-Malik al-Kamil, nipote di Saladino. Dopo varie peripezie,

S. Francesco d’Assisi incontrò il Sultano, che lo accolse con cortesia e rispetto. Quando giunse in Egitto, S. Francesco d’Assisi, non aveva una posizione chiaramente anticrociata, ma l’amara e triste esperienza vissuta lì, lo portò a rifiutare totalmente la guerra anche per scopi “religiosi”. Scrive Gwenolé Jeusset, primo presidente della Commissione Internazionale francescana per le relazioni con i musulmani, che S. Francesco d’Assisi: “Arriva con le mani nude e riparte col pensiero che la Chiesa deve andare anch’ella con le mani nude verso i Musulmani”.

Al suo ritorno dalla Terra Santa, nel dicembre 1219, è probabile che S. Francesco sia approdato in uno dei porti del Tirreno. Infatti già dalla prima metà del XIII secolo in Italia risultava più sostenuto il pellegrinaggio via mare, soprattutto lungo le rotte tirreniche. In particolare il porto di Messina, noto per la facilità di scarico delle merci e di attracco anche per navi di grossa stazza, diventò un importante punto di sosta, di sbarco o d’imbarco dei pellegrini, diretti o provenienti dalla Terra Santa.

Ma ci si imbarcava e sbarcava anche a Napoli, dove la presenza dei Cavalieri Templari, Giovanniti e Teutonici garantivano una testa di ponte con la Terra Santa. Quindi è plausibile che S. Francesco d’Assisi, nel mese di dicembre, durante il suo viaggio di ritorno dalla Terra Santa, si trovasse nel borgo marinaro di Agropoli. Qualche avvenimento a noi sconosciuto, lo costrinse a dimorare nello “Spedale” Templare della Marina, dove avvenne l’incontro con S. Daniele Fasanella, all’epoca prete secolare.

A questo punto, in base ai riscontri storici che ho documentato, è giusto pensare che la “Lettera di un anonimo frate calabrese” rappresenti un importante documento storico per noi agropolesi. Il suo contenuto ci testimonia, in modo preciso e dettagliato, che ad Agropoli, nel dicembre del 1219, si incontrarono S. Francesco d’Assisi e S. Daniele Fasanella.

Ulteriori Testimonianze Storiche

Le ultime testimonianze storiche sull’incontro di Agropoli avvenuto nel dicembre del 1219, tra S. Francesco d’Assisi e S. Daniele Fasanella da Belvedere, ci giungono dalla spagnola Ceuta, città nella quale il Santo e i suoi compagni furono martirizzati dai Mussulmani. Ceuta (Nome Spagnolo: Ciudad Autónoma de Ceuta ) è un’enclave autonoma cristiana di 85.000 abitanti circa, all’interno del Marocco mussulmano, con una superficie di 18,5 km. Si affaccia sul Mar Mediterraneo vicino allo stretto di Gibilterra, a 70 km a est di Tangeri. E’ il luogo dove San Daniele Fasanella e i sei francescani, Samuele, Angelo, Domno (o Domulo o Donulo) da Montalcino, Leone, Nicola da Sassoferrato e Ugolino, il 10 ottobre del 1227, furono decapitati dai mussulmani.

San Daniele Fasanella ed i sei francescani sono i Santi Patroni di Ceuta.

Tra i vari articoli e video trovati ho scelto due nuove testimonianze:

La prima testimonianza proviene dalla “Venerable Cofradía de San Daniel y Compañeros Mártires, Patronos de Ceuta”(Venerabile Fratellanza di San Daniele e Compagni Martiri, Patroni di Ceuta).

Dalle ricerche storiche effettuate a Ceuta dai devoti Don Matheus Gomes, Don Francisco de los Mártires e Manual Bocarro Fagundes (Cappellano di Sua Maestà), che si presero cura della Cappella e della sua immagine, risultò che San Daniele aveva una Confraternita. Questa fu rifondata ufficialmente nel 1980 ed attualmente opera a Ceuta per la valorizzazione della figura del Santo.

Dal sito della Confratellita, tra le righe della storia di San Daniele Fasanella, leggiamo: (…)Recibió el hábito seráfico en Agrópolis durante el mes de diciembre del año 1219 de manos del padre Francisco de Moriconi de Asís, fundador de la orden(…)”. (… Ha ricevuto l’abito serafico ad Agropoli durante il mese di dicembre dell’anno 1219 dalle mani di padre Francesco de’ Moriconi di Assisi, fondatore dell’ordine…).

Inoltre la Confraternita ha realizzato, in occasione della festa patronale del 2010, un Video illustrativo sulla storia di San Daniele dal titolo “San Daniel, tres continentes, una sola Fe” (San Daniele, tre continenti, una sola fede). Dal minuto 3.40 al minuto 7.00 il video parla dell’incontro del Santo ad Agropoli con San Francesco d’Assisi.

San Daniel, tres continentes, una sola Fe. from Cofradia de San Daniel – Ceuta on Vimeo.

La seconda testimonianza ce la fornisce “El Centinela de Ceuta” (La sentinella di Ceuta), un giornale web di Ceuta. In un articolo dal titolo: “San Daniel y Compagneros Martires, Santos Patronos de Ceuta. (San Daniele e Compagni, Santi Patroni di Ceuta)”, è testimoniato l’incontro tra San Francesco d’Assisi e San Daniele Fasanella ad Agropoli: “San Daniel era sacerdote secular, cuando hizo oidos a las maravillas que realizaba el patriarca San Francisco, quiso conocer en persona a tan milagroso Santo. Visitándole en Agrópolis recibio de sus manos el seráfico hábito en diciembre de 1219. Poco después pasó a Calabria donde San Francisco le encomendó la tarea de convertirse en ministro provincial”. (San Daniele era un sacerdote secolare, quando ascoltava le meraviglie del patriarca San Francesco e voleva incontrare personalmente un tale santo miracoloso. Incontrandolo ad Agropoli, ricevette dalle sue mani l’abito serafico nel dicembre del 1219. Poco dopo andò in Calabria, dove San Francesco gli affidò l’incarico di diventare ministro provinciale).

Testimonianze Storiche Italiane:

Lettera di un anonimo frate calabrese”, di cui ho già ampiamente scritto.

Il documento storico fu pubblicato, nei secoli successivi, da vari autori tra i quali: C. Nocito Notizie biografiche di S Daniele Belvedere Marittimo, Cosenza 1927; –F. Guagnano “Memorie della Calabria Francescana (1928); –P. Coco: “Saggio di storia francescana in Calabria Taranto 1931; Treccani, Enciclopedia Italiana: “(…) La lettera di un anonimo francescano calabrese, redatta probabilmente nel secolo XVII. In essa si sostiene l’origine calabrese di tutti e sette i martiri, dei quali vengono forniti dati sui luoghi di nascita, le casate di appartenenza ed altri particolari. Per il resto dipende dal Breviarium. Sembra che esistessero varie copie manoscritte di tale lettera, edita oggi dal Nocito e dal Coco. Quest’ultima è l’unica fonte che fornisca notizie sulla vita di S.Daniele precedenti il suo viaggio in Marocco. A sua detta S.Daniele era già prete quando nel 1219 ebbe modo di ascoltare ad Agropoli, S. Francesco. Colpito dalla parola del santo, decise di entrare nel suo Ordine. Tornò in Calabria, ove il provinciale lo assegnò alla dimora di Corigliano(…)”.

Altre testimonianze Storiche sulla presenza di San Daniele Fasanella ad Agropoli:

WIKIPEDIA Italiana: “San Daniele Fasanella (Belvedere Marino, 1200 – Ceuta, ottobre 1227) è stato un Religioso Italiano, considerato Santo dalla Chiesa Cattolica. (…)Era un sacerdote che divenne frate minore ad Agropoli nel 1219 (…) ”;

Comune di Belvedere Marittimo(CS), sito ufficiale:“San Daniele Fasanella è il Protettore di Belvedere Marittimo, unitamente alla Madonna delle Grazie. Discendente dai Principi Longobardi di Salerno, nacque nel 1200 a Belvedere Marittimo in quanto nel XII° sec. un ramo dei Fasanella si stabilì in Calabria, e da Tancredi, signore di Morano, Grisiolia, Laino e Cirella, si ebbe il ramo stabilitosi a Belvedere. Nel 1219 prese l’abito serafico ad Agropoli dalle mani di S.Francesco d’Assisi”;

–Carlo Andreoli San Daniele e compagni nell’arte classica: “(…) San Daniele prima di diventare frate era sacerdote. Ricevette l’abito monastico dei Frati Minori, nella città di Agropoli (SA) nel 1219, da padre Francesco de’ Moriconi d’Assisi, che da appena dieci anni aveva fondato quest’ordine religioso(…)”;

Dal sito www. sanfrancescopatronoditalia.it leggiamo: “ (…) Nel 1219 prese l’abito serafico ad Agropoli dalle mani di San Francesco d’Assisi (…)”;

Parrocchia di Asuni, Arcidiocesi di Oristano: “(…) “ Daniele prima di diventare frate era già sacerdote. Ricevette l’abito monastico dei Frati Minori, nella città di Agropoli (SA) nel 1219, “…da padre Francesco de’ Moriconi d’Assisi (…)“;

 

Calabriaportal: “Prima di diventare frate era sacerdote, ricevette l’abito monastico dei Frati Minori ad Agropoli nel 1219”.

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