Antichi giochi Cilentani: il cerchio

Letizia Baeumlin

Il cerchio. Questo gioco divertiva migliaia di bambini già dagli anni ’30, ma, si pensa che le sue origini siano ben più antiche. Alcune ricerche rivelano che erano già gli antichi egizi a praticare “u juoco ru chirchio” (il gioco del cerchio).

Allora era facile trovare una ruota in disuso, veniva così privata dei raggi ed utilizzata per scopi ludici. Era un gioco molto impegnativo, bisognava avere una buona forza fisica, un buon equilibrio ed una spiccata percezione degli spazi per far sì che il cerchio ruotasse in maniera armoniosa.

Ma vediamo in cosa consisteva esattamente: era una vera e propria gara a chi per più tempo lasciava girare il cerchio senza farlo cadere od urtare contro qualcosa, tutto ciò lo si faceva guidando la ruota con un bastoncino in legno dando spinta dall’esterno alla stessa, ma, il lavoro duro era in salita, in discesa e nelle curve e lì veniva fuori l’abilità del bambino.

Un gioco praticato prevalentemente da bambini tra i 7 e i 12 anni, fascia di età importante per lo sviluppo fisico e cognitivo, dunque divertente ma anche costruttivo.

Più tardi negli anni questo viene sostituito con l’hula hope, prevalentemente usato dalle bambine per esibirsi in piccoli “balletti” e “acrobazie” talvolta sottratto dai maschietti per imitare il vecchio gioco del cerchio.

Ecco una filastrocca carina per questo gioco da proporre a tutti i bambini:

Gira gira, cerchio mio,
corri tu che corro anch’io.
Se traballi e vuoi cadere
ti richiamo al tuo dovere.
Sai, col picchio sodo e fitto,
cerchio mio, si fila dritto!

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