Don John lascia Piaggine, cancello della Chiesa chiuso con lucchetto

Katiuscia Stio

PIAGGINE. Cancello della chiesa chiuso con un lucchetto. ” Non era mai successo prima” dicono sconcertati. Don John è andato via. Amara sorpresa per la comunità parrocchiale di Piaggine, a nulla sono valsi le serate di protesta e l’accorata missiva a Papa Francesco. «Una Chiesa sulla difensiva, che dimentica l’umiltà, che smette di ascoltare, che non si lascia mettere in discussione, perde la giovinezza e si trasforma in un museo» (Papa Francesco).

Come era facilmente immaginabile le decisioni prese nel palazzo vescovile in cui Don Ciro Miniero è da sempre arroccato, si sono tramutate nella presa del possesso della nostra parrocchia da parte di Don Loreto Ferrarese, il quale, giusto per far capire chi comanda, ha anche messo un lucchetto che impedisce l’accesso non solo alla chiesa ma anche al piazzale antistante la stessa.

“Possiamo considerarlo l’atto conclusivo ed il fallimento complessivo della nostra azione e conferma della scarsa presa sull’opinione pubblica di vicende che accadono alla periferia dell’impero?”, si chiede Angelo Prinzo, tra i primi a chiedere al Vescovo di Vallo della Lucania un ripensamento sulla decisione di mandare via l’amato don John.

“Purtroppo per noi la Chiesa cattolica ha una rigida struttura gerarchica di cui i fedeli sono l’ultimo gradino, il primo che viene impunemente e sistematicamente calpestato.
Noi ci siamo illusi che con le nostre lettere qualcuno ci potesse dare ascolto. La lettera che il Papa non vedrà mai, che le varie congreghe a cui l’abbiamo indirizzata avranno già da tempo cestinato, perché da duemila anni loro fanno così: il principio di infallibilità che discende dal papa rende tutti i vertici compreso il Vescovo di Vallo portatori di verità e i fedeli debbono solo piegarsi al volere divino come a quello temporale’, aggiunge.

Quindi?
Quindi il nuovo parroco è già in pieno possesso della parrocchia e delle sue chiavi e attende i suoi fedeli, a cui aprirà le porte appena possibile. Un gesto, questo, definito “sprezzante nei confronti della comunità di cui dovrebbe essere, secondo le sacre scritture, il buon pastore e guida spirituale”.

La comunità non si da per vinta: “Ora se è vero che Piaggine, grazie alla reazione unanime alle ingiustizie che si susseguono, ha ritrovato unità di intenti e compattezza, tutto quanto costruito non va disperso, ma difeso strenuamente tenendo in piedi il comitato e continuando a far sentire la propria voce sotto le forme e attraverso le strategie che lo stesso comitato vorrà valutare, evitando reazioni scomposte a cui probabilmente mirano certe iniziative del tutto fuori luogo come i catenacci al sagrato. Non facciamoci trascinare su un terreno che ci vedrebbe soccombere definitivamente: fermiamoci a riflettere e ponderiamo ogni piccola mossa”, dice Prinzo

“La Chiesa, la vera Chiesa non appartiene né al Vescovo né al prete, la vera Chiesa è quella dei fedeli, senza fedeli è solo un vuoto contenitore di statue – aggiungono – se dopo questi accadimenti qualcuno deciderà di non recarsi più in Chiesa, sappia che in fondo in fondo non sta commettendo peccato mortale ma sta solo rinunziando ad una visita museale: parola di papa Francesco”, conclude.

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