La colata: ecco come facevano il bucato i nostri nonni

Letizia Baeumlin

Sostanziale è la differenza nel modo e nei tempi, oggi si fa il bucato ogni giorno grazie alle comodità che abbiamo e per le diverse esigenze.

Nell’antichità, la faccenda era un po’ complicata, per far il bucato si impiegava un paio di giorni e veniva fatto una o due volte al mese a seconda del numero dei componenti della famiglia. La donna iniziava il lavoro a casa bagnando ed insaponando i panni con del sapone precedentemente preparato artigianalmente con acqua, olio di oliva e soda caustica. Le donne preparavano con molta attenzione questo composto armate di guanti e mascherina che talvolta consisteva in un fazzoletto che fasciava la bocca per evitare di inalare i fumi.

Si procedeva poi con l’ammollo dei panni: in una bacinella in ferro si ponevano i panni precedentemente insaponati e sciacquati ben piegati e si coprivano con un panno in tela chiamato “cenerale”, sopra veniva versata dell’acqua bollente, la cenere, un limone tagliato a fettine e della lavanda per lasciare un buon profumo. Il bucato si lasciava cosi fino al mattino successivo quando le donne si recavano al fiume o al lavatoio per fare la “colata”. Qui i panni venivano sciacquati abbondantemente. Per strizzare le lenzuola necessitavano due donne che torcevano il capo dalle due estremità, veniva poi tirato e sbattuto energicamente per non lasciarlo stropicciato.

Il bucato veniva poi steso sui rami più esposti al sole per un’asciugatura rapida lasciando cosi un profumo di fresco e pulito.

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