Strade Killer o automobilisti incoscienti?

Antonio Citera

Un giorno di luglio, un giro sulle due arterie che dal Vallo di Diano portano rispettivamente al Golfo di Policastro e alla Costa del Cilento: parliamo della Bussentina e della Cilentana.

Due strade da tempo sul banco degli imputati, due strade che, secondo le dicerie, sarebbero considerate tra le più pericolose d’Italia.

Ma è proprio così?

Più volte abbiamo letto titoli di giornali che indicano la strada come causa o concausa del verificarsi di un incidente mortale.

Ma, una premessa va fatta.

Le componenti che interagiscono nella circolazione stradale sono tre: l’uomo, il veicolo e l’infrastruttura.

Sicuramente, il manto stradale delle due arterie non è dei migliori, ma percorrendole a una velocità indicata dalla segnaletica, i pericoli diminuiscono.

Invece, lungo il percorso, sempre più sovente abbiamo incontrato automobilisti sprezzanti del pericolo: sorpassi nelle curve, in prossimità delle uscite, e perfino in galleria, il tutto condito con velocità elevatissime.

Un comportamento che mette a rischio la propria vita ma soprattutto quella degli altri.

Detto questo, riteniamo giusto dire che non esistono “Strade killer”, per quanto sia più semplice addossare la colpa a presunte “Vie della morte”, piuttosto che a comportamenti di guida, spesso, contraddistinti da imprudenze, distrazioni, eccessi, stato psico-fisico alterato, malori, sottovalutazione del pericolo, ostacoli improvvisi.

Rispettando il Codice della Strada e adottando uno stile di guida prudente, non c’è strada che possa uccidere solo per il fatto di avere curve, cunette, dossi e rettilinei.

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