Agropoli, al via la pulizia delle spiagge ma la situazione è drammatica

Ernesto Rocco

AGROPOLI. Al via la rimozione delle alghe dalla spiaggia della Marina. Ma non fa più notizia. L’intervento di pulizia che interesserà anche il Lido Azzurro è quanto mai tardivo. La stagione balneare è iniziata da tempo ed Agropoli si è fatta trovare del tutto impreparata. Due tratti di costa, quello a ridosso del porto e la piccola baia tra la foce del Testene e il promontorio, sono stati trasformati in una maxi discarica di posidonia.

A peggiorare la situazione sono proprio gli interventi di pulizia avviati in queste ore che se da un lato libereranno l’arenile, dall’altro incrementeranno i cumuli di alghe a margine della spiaggia. La situazione peggiore alla Marina dove un angolo da cartolina, quello della rupe su cui sorge il centro storico, è stato completamente deturpato. Una maxi discarica di posidonia spiaggiata ha modificato in peggio il paesaggio per lo sdegno di cittadini e turisti.

Economicamente, però, è al Lido Azzurro che si registrano le conseguenze peggiori: ferma al palo l’attività dei lidi, anche i proprietari di appartamenti si sono visti disdire i fitti dai vacanzieri che in questi giorni di giugno hanno constatato lo scempio che si registra sul litorale agropolese.

La città, dunque, resta con sole due spiagge fruibili a pieno: Trentova la cui manutenzione è affidata per lo più ai privati e il Lungomare che grazie all’attività della Sarim può usufruire di una pulizia quotidiana.

Eppure da palazzo di città si mostrano soddisfatti ed esaltano il ruolo della posidonia: «Sono iniziate le operazioni per sistemare le spiagge interessate da un notevole spiaggiamento di posidonia – affermano il sindaco Adamo Coppola e l’assessore al Porto e Demanio, nonché vicesindaco, Eugenio Benevento – Ricordiamo che la posidonia è elemento chiave per la conservazione degli ecosistemi del Mar Mediterraneo e indice di salubrità del mare, ma i più preferiscono spiagge libere dalla stessa. Si procederà con lo stoccaggio in loco, non essendo intervenuta, al momento, alcuna normativa che permetta di smaltire la posidonia a costi abbordabili».

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