Altavilla in festa per Sant’Antonio da Padova

Antonella Guerra

Altavilla Silentina è in festa per il suo Santo Protettore, un evento religioso che riunisce ogni anno gli altavillesi più lontani e che rinnova le antiche tradizioni. Il Santo da Padova ha sempre avuto un posto privilegiato nel cuore degli altavillesi, tanto da divenire elemento identitario della religiosità popolare. Per comprendere meglio le ragioni della forte devozione verso il Santo, abbiamo intervistato  Davide Laurino, cittadino di Altavilla Silentina e docente di Religione.

Come nasce la devozione verso Sant’Antonio da Padova?

“Si tratta di una devozione antica, nata secoli fa. Basti pensare che, la prima statua di Sant’Antonio, che troviamo nel Convento di San Francesco, la stessa statua che visita le famiglie del paese il 13 giugno, è una scultura lignea del ‘600. L’altra statua maestosa, che viene esposta sull’altare maggiore della Chiesa del Convento durante la Tredicina, è sempre una statua lignea, del tardo ‘700. Dunque, già nel seicento Altavilla era devota al Santo di Padova.

E non poche volte Egli si è degnato di ascoltare il suo popolo devoto nel corso dei secoli, sono tante, infatti, le grazie che Dio ha dispensato per l’intercessione di Sant’Antonio al popolo altavillese:  il miracolo del ”cannone”, avvenuto nel 1799 (il più famoso) e tanti altri prodigi che il popolo ricorda anche in tempi più recenti. Durante le varie circostanze poco piacevoli, specialmente in tempo di miseria e in tempo di guerra, gli altavillesi si sono recati ai piedi del Santo. Quanti voti sciolti, quante lacrime, quante suppliche innanzi ad una statua così carica di devozione. Si andava ai suoi piedi per chiedere una grazia: la guarigione di un figlio ammalato, il ritorno di un familiare caro dal fronte”.

Il 13 giugno ad Altavilla si svolge una particolare “processione”. Cosa rende unica questa pratica?

“La processione del 13 giugno è davvero unica sia per la durata, di circa 14/15 ore, sia per il fatto che la statua del Santo di Padova visita tutte le famiglie del capoluogo, entrando (dove può) in ogni casa. In realtà possiamo dire che non è una vera e propria processione, bensì una ”peregrinatio”.

Tra gli elementi caratterizzanti troviamo le cente, strutture a forma di barca o forma quadrata, abbellite con candele, nastri e fiori, al centro delle quali è posizionata un’immagine di Sant’Antonio. Un dono fatto al Santo per devozione o grazia ricevuta. Ed ancora i numerosi canti popolari, intonati in dialetto dai fedeli durante il cammino. Voglio riportarne uno (tra i tanti) tipicamente altavillese:

“Che bella grazia agg avut Ra Dio

cu Sant’Antonio in casa mia,

e i tanto l’aggia pregà,

che bella grazia che m’adda fa.

Sant’Antonio mio diletto

Fangi la grazia Ca n spetta,

falla ambressa e nun tardà

tu sì Santo e la puoi fa”.

Nel corso degli anni, tuttavia, le cente hanno subito delle modifiche: fino agli anni settanta erano fatte su un telaio da portare in testa con l’ausilio di un ”gruoglio o spara” fazzoletto disposto a forma circolare posto tra la base della centa e il capo. Ora, invece, per comodità vengono costruite su una base che consente di trasportarle in spalla da quattro persone. Ancora, mentre nei tempi antichi esse accompagnavano il Santo per l’intera giornata, tornando al Convento tutte deformi per il caldo e il sole delle ore centrali del giorno, che piegava la cera, oggi accompagnano la processione al mattino fin quando non si giunge in Piazza Castello e poi la sera per l’ultimo tratto della processione, dalla Piazza al Convento. Anche per i canti c’è stata qualche variazione, alcuni hanno conservato motivo e cadenza antica, altri invece, purtroppo, sono stati modificati o erroneamente adattati a Sant’Antonio, essendo dei canti popolari mariani che abitualmente vengono cantati per il pellegrinaggio alla Madonna del Sacro Monte di Novi Velia”.

Quale atmosfera si respira ad Altavilla in questo giorno?

“Il 13 giugno è un giorno tanto atteso dagli altavillesi, è il giorno in cui Sant’Antonio viene nelle nostre case, tutti ci sentiamo protetti e consolati dal Santo che sempre ha soccorso e tutt’ora soccorre i suoi devoti. Mentre durante l’intero anno è Lui ad accoglierci e ad aspettarci, insieme al Figlio di Dio che stringe tra le sue braccia, nella Chiesa del Convento, per accostarci ai Sacramenti, il tredici giugno noi altavillesi abbiamo l’onore e il piacere di aspettare ed accogliere nelle nostre case il simulacro di questo potentissimo Santo. È bello vedere molti giovani partecipare a questa festa, ascoltarli cantare, ammirarli nel portare con non poca fatica sulle spalle le cente e la statua di Sant’Antonio. Questo fa ben sperare per il futuro affinché questa tradizione secolare non abbia mai fine. Siamo tutti eredi e responsabili del patrimonio culturale, artistico e religioso, consegnatoci dai nostri antenati”.

Il 13 giugno in tre parole.

“Il 13 giugno ad Altavilla è fede, devozione, tradizione. C’è chi vive questo giorno con vera fede, chi lo vive per devozione e chi solo per tradizione”.

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