Nasceva oggi Sabato Visco: il nutrizionista di Torchiara sostenitore della politica razziale

Sabato Visco, secondo alcuni, fu il primo a scoprire i benefici di quella che diverrà la Dieta Mediterranea

Luisa Monaco
Sabato Visco

Ancel Keys e la Dieta Mediterranea, un binomio indissolubile. Eppure il biologo statunitense non fu il primo a scoprire i benefici dell’alimentazione e dello stile di vita seguito dai cilentani. Tempo prima qualcun altro ne evidenziò gli aspetti positivi.

Chi era Sabato Visco?

Si tratta di Sabato Visco, originario di Torchiara, nato il 9 aprile di 131 anni fa. Illustre nutrizionista, la sua storia fu in parte cancellata in parte dopo la caduta del regime fascista di cui era sostenitore.

Nato nel 1988, dopo aver partecipato all’impresa di Fiume divenne deputato fascista. Celebri i suoi studi sull’alimentazione che per alcuni costituiscono il precedente della celebre dieta. Visco nella sua vita ebbe molti incarichi: nel 1931 fu nominato professore ordinario di fisiologia generale nell’Università di Roma, fu poi preside della Facoltà di Scienze dell’Università di Roma, segretario del Comitato Biologico del Consiglio Nazionale delle Ricerche, fondatore (nel 1936) e direttore dell’Istituto Nazionale di Biologia (in seguito Istituto Nazionale della Nutrizione e Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), e socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei/Accademia d’Italia.

Visco e la politica razziale

Sabato Visco svolse un ruolo di primaria importanza nella politica razziale del regime fascista: fu primo firmatario del «Manifesto degli Scienziati razzisti» (15 luglio 1938), Capo dell’Ufficio per gli Studi e la Propaganda sulla Razza del Minculpop (dal febbraio 1939 al maggio 1941) come successore di Guido Landra, membro del Consiglio Superiore della Demografia e della Razza, vicepresidente della Commissione ordinatrice e del Museo della Razza nell’ambito dell’E42, e fu anche candidato alla direzione della rivista La difesa della razza. In un intervento alla Camera, nella primavera del 1939, Visco dichiarò che l’università italiana perdeva i docenti ebrei «con la più serena indifferenza» e che anzi ne guadagnava in «unità spirituale».

Con il ritorno della democrazia, il 4 gennaio 1946 una commissione di epurazione, presieduta da Benedetto Croce e Vincenzo Rivera, lo dichiarò decaduto dall’Accademia dei Lincei assieme ad altri accademici compromessi col fascismo e perfino assieme ad alcuni grandi scienziati di origine israelita. Visco riottenne tuttavia senza difficoltà la cattedra di fisiologia, la presidenza della facoltà di Scienze all’Università di Roma e la direzione del suo Istituto Nazionale della Nutrizione, grazie all’abilità nel trovare appoggi all’interno dei maggiori partiti politici italiani. Morirà a Roma il primo maggio del 1971.

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