Agropoli, Caccamo contro Coppola: ricostruzione fuorviante

Comunicato Stampa

“Forse il Sindaco si è messo davanti allo specchio tacciandoci di comportamento irrispettoso e arrogante. Leggo di una sua ricostruzione dei fatti falsa e sconcertante. Nulla di più fuorviante dalla realtà, nelle nostre intenzioni vi è era la più serena e pacifica delle volontà di acquisire informazioni direttamente alla fonte spronati da una naturale preoccupazione per i fatti avvenuti”. Inizia così la replica di Consolato Caccamo al sindaco Adamo Coppola, intervenuto in merito all’ispezione presso la sede del liceo classico di Agropoli (leggi qui).

“Con questo spirito mentre io ero fuori al telefono con il collega Abate, la collega Botticchio varca la soglia di ingresso dell’istituto che ricordo a tutti e al sindaco stesso essere edificio comunale – racconta Caccamo – Solo pochi istanti dopo ho dovuto repentinamente chiudere la conversazione con l’ing. Abate richiamato dalle URLA provenienti da dentro il plesso scolastico. Urla del tipo “Fuori, fuori vada fuori” e altre in replica “non mi metta le mani addosso, voglio parlare col dirigente”. Credo che chiunque si sarebbe allarmato e sono entrato dunque a sedare questa colluttazione verbale in atto. Assieme a me sono arrivati alcuni docenti. Eravamo pressapoco nell’altrio a non oltre 10m dall’ ingresso. Da lì l’incontro garbato ma dai toni accesi nella stanza di presidenza nella quale abbiamo avuto modo di parlare al telefono con il dirigente Ricco”.

“La collega Botticchio – ha proseguito Caccamo – insisteva nel voler chiamare la forza pubblica per far verbalizzare il trattamento avuto, ma abbiamo preferito accettate un invito a un caffè distensivo da parte del personale della stessa scuola. Il tutto concluso in non oltre 15 minuti.” Restano i nostri dubbi, perché tanta reticenza, perché questo trattamento che nei paesi civili neanche alle bestie si serba. A gravare il fatto è la circostanza che si era andati per tutelare un interesse pubblico a cui il sindaco per primo è chiamato in quanto massima autorità sanitaria, altro che lavarsi le mani come ha fatto lui”.

“Oltre ciò la cittadinaza che rappresentiamo e rispettiamo deve godere del diritto di conoscere e sapere, ovvero al principio di trasparenza a cui tutti le strutture pubbliche dovrebbero attenersi. Gli valga come promemoria.”, ha concluso Caccamo.

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