Capaccio Paestum: candidati locali contro Alfieri. “Uniti contro chi non è capaccese”

Ernesto Rocco

CAPACCIO PAESTUM. “Il Solofrone mormorò: non passa lo straniero”. Parafrasando la nota Canzone del Piave si comprende il senso delle parole del candidato sindaco di Capaccio Paestum, Enzo Sica. Quest’ultimo, rivolgendosi agli altri candidati alla carica di primo cittadino, fa un appello affinché si intraprenda una strada comune “contro chi viene a prendere e non a dare al nostro paese”.

L’appello di Enzo Sica

Il riferimento è al candidato “straniero” Franco Alfieri. “Capaccio Paestum vive un momento elettorale molto particolare. Andiamo verso una consultazione che segna un momento storico di grande portata. Alle porte del nostro Paese vi è il rischio di una proposta elettorale che, facendo leva su mire affaristiche, intende imporsi con metodi che già si caratterizzano per la loro arroganza e tracotanza”, dice Sica. Di qui l’appello all’unità “dei candidati a sindaco in occasione del ballottaggio, a difendere e sostenere chi di noi capaccesi sarà ipoteticamente contro un candidato non capaccese”. “Questa volta – conclude Enzo Sica – faremo vincere Capaccio Paestum”.

La risposta di Pasquale Marino

L’invito è stato subito accolto da Pasquale Marino: “L’appello di Enzo Sica sfonda una porta aperta: non possiamo che essere d’accordo ad un ausilio reciproco tra candidati locali, nell’eventualità di un ballottaggio con candidati non locali”, esordisce. “Sarà presa in considerazione l’eventuale formale proposta della disponibilità di costruire un accordo che veda proposto a sindaco un solo candidato, con la partecipazione degli altri in un’unica coalizione di sostegno, che dovrà garantire la governabilità della città – aggiunge – Ove tale ipotesi non fosse attuabile resta inteso, come già dichiarato nelle mie proposte politico, la propensione al coinvolgimento diretto, sia nella fase programmatica che gestionale, di amministratori che intendono partecipare alle prossime elezioni, con l’epilogo della formazione di un governo condiviso, di larga rappresentanza democratica e locale”.

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