Capaccio, arresto in ospedale per Marta Santoro

Carmela Santi

Arresto in ospedale per Marta Santoro. Alle 17 di ieri pomeriggio i carabinieri del comando provinciale di Salerno supportati dai militari della compagnia di Vallo della Lucania guidati dal capitano Mennato Malgieri sono arrivati all’ospedale San Luca di Vallo per arrestare l’ex comandante della Forestale di Foce Sele. La donna era ricoverata dal 27 febbraio scorso nel reparto di medicina.

È arrivata nella struttura sanitaria del centro cilentano nello stesso giorno in cui era arrivata la decisione dei giudici della sesta Sezione della suprema Corte di Cassazione di Roma che hanno rigettato il ricorso avverso la sentenza della Corte d’Appello, confermando così per la Santoro la condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione. Condanna che la Santoro dovrà scontare presso la casa circondariale di Fuorni.

La pena é stata decurtata di circa 9 mesi già scontati dalla Santoro negli ultimi anni tra custodia cautelare in carcere ed arresti domiciliari. Ieri pomeriggio i carabinieri hanno dato esecuzione al provvedimento di carcerazione. La donna ha lasciato l’ospedale San Luca per essere trasferita in una struttura carceraria con presidio ospedaliero dove riceverà adeguata assistenza sanitaria. Non appena le sue condizioni di salute lo consentiranno sarà trasferita a Fuorni. Dopo sette anni di udienze e colpi di scena, si chiude così una lunga vicenda giudiziaria iniziata nel 2012 con lo scandalo “Forestale e mazzette”. La Santoro fu arrestata insieme al marito, nonché collega Antonio Petillo.

Numerosi gli imprenditori e semplici cittadini finito nelle rete della donna. Tutti costretti a consegnare ingenti somme di danaro per evitare controlli, sanare irregolarità o di incorrere in provvedimenti di sequestro e denuncia. Nella sentenza di primo grado, il giudice motivò la condanna descrivendo i comportamenti della Santoro come “lungi dal garantire il rispetto della legalità, cosa che la sua funzione gli avrebbe imposto, dimostrandosi personaggio spregiudicato, interessato ad utilizzare la propria veste professionale per commettere reati, capace d’incidere pesantemente, a fini personali, sui destinatari della propria attività illecita, in cambio d’indebiti vantaggi patrimoniali attraverso un uso distorto dei propri compiti, che ha provocato anche un grave allarme sociale”. La Santoro ora è in carcere ma la vicenda giudiziaria potrebbe avere altri risvolti.

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