Agropoli: al liceo scientifico Gatto un incontro per parlare di cambiamenti climatici

Antonella Capozzoli

Si è svolto questa mattina, presso il liceo scientifico “A. Gatto”, un incontro incentrato su un argomento tanto attuale quanto delicato.

Quello dei cambiamenti climatici, infatti, è un problema di cui si discute da tempo e l’allarme, lanciato, in ultima istanza, nel dicembre dello scorso anno da Walter Ricciardi – presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – chiarisce che, per salvare il nostro pianeta, sarà necessario che ben due generazioni modifichino radicalmente le proprie abitudini.

A raccontare i danni causati dall’uomo e le possibili soluzioni ai giovani studenti agropolesi, sono alcuni esponenti del neonato movimento “Salerno Climate Save”, impegnato a promuovere uno stile di vita meno impattante e più rispettoso della natura e di chi la abita.

Simone Scampoli, referente nazionale del movimento, e Chiara Della Pepa, fondatrice del gruppo salernitano, hanno acceso i riflettori su quelle che sono le conseguenze, distruttive, per l’ambiente degli allevamenti intensivi sia in termini di produzione di CO2, e dunque di aumento dell’effetto serra, sia per quel che riguarda lo spreco di risorse ( acqua e cibo).

“Per produrre un hamburger di 110g ” – evidenzia Simone – “sono necessari circa 2500 litri di acqua, il corrispettivo di 200 docce. Una enormità se paragonata al quantitativo di acqua utile a coltivare ortaggi o verdure.”

Le conseguenze per il nostro pianeta sono, ormai, sotto gli occhi di tutti; a questo,poi, si aggiunge l’impossibilità di garantire una nutrizione corretta ed equilibrata per tutti gli esseri umani: “Gli studi portati avanti” – continua – “dimostrano come la produzione di cibo mondiale, adatta, in linea teorica, a sfamare più di dieci miliardi di persone, lasci fuori ben 795 milioni di persone, che vivono nella povertà e nella fame. L’industria della carne e tutto ciò che le ruota intorno risucchia ogni risorsa, in un circolo vizioso.”

A chiarire la situazione, concorrono anche le immagini di documentari e le testimonianze di chi, dopo un percorso di auto consapevolezza, ha deciso di cambiare il proprio stile di vita e, soprattutto, le proprie abitudini alimentari.

“La soluzione è una soltanto: modificare drasticamente le proprie abitudini. Una dieta completamente vegetale, infatti, nell’arco di un anno, permette di salvare 1000 mq di foresta, riduce di circa 3.320 kg le emissioni di CO2, registra la produzione di 6.607 kg di cereali e, inoltre, garantisce a 365 animali una vita degna di essere vissuta”.

Perché c’è un altro risvolto importante: la produzione di carne e pesce, oltre a non essere sostenibile, non è nemmeno etica.

Si calcola che circa 5100 animali vengano ucciso, in Italia, ogni minuto; un dato incredibile, soprattutto se confrontato con le conseguenze che comporta per uomini e ambiente.

“ La dieta vegetale” – conclude Simone Scampoli – “sostenuta anche da medici illustri, è la scelta più economica, sia in termini di ambiente che in quello vite umane. Non c’è più tempo, il nostro pianeta non ha più tempo, bisogna invertire la rotta, ed è necessario farlo adesso.”

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