Sanza: il culto per Sant’Antonio, dal “Pizziddo” al “Catuozzo”

Antonio Citera

Fede, tradizione e cultura popolare, una festa religiosa legata alla storia, ai luoghi e alle tradizioni contadine dei Sanzesi. Tradizioni risalenti a molti secoli fa, quando si era soliti invocare la protezione di un santo per affrontare le avversità. 

Un rito, che puntualmente ogni ’17 gennaio’ si ripete con entusiasmo e religiosità. Sant’ Antonio Abate, un Santo che a Sanza da sempre viene onorato e festeggiato rispettando scrupolosamente le gesta che i nostri avi ci hanno tramandato.

La sua chiesetta ben tenuta in questo giorno si veste a festa. Dopo la celebrazione della Santa Messa, adulti e bambini alzano al cielo ‘u Pizziddo’, un pezzo di pane intrecciato, per farlo benedire dal parroco.

Un cerimoniale che, insieme alla benedizione degli animali rappresenta l’essenza del culto verso il Santo spesso associato alla vita agreste perchè considerato protettore degli animali e del bestiame. Un cerimoniale legato anche alla protezione dalle malattie e dalle epidemie, come testimoniato dal significato simbolico dei principali elementi iconografici che lo identificano in particolar modo il fuoco.

E’ proprio il fuoco l’elemento che più di tutti, oggi, viene utilizzato per ricordare il Sant’Antonio che a Sanza trova la sua espressione con il ‘ Catuozzo’, un falò che nella fredda sera di gennaio viene acceso davanti alla chiesa, un fuoco speciale che riscalda l’ anima e il cuore.

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