Stio: da un mese cimitero senza luce. Il rammarico del sindaco

Sergio Pinto

STIO. Da un mese il cimitero di Stio è privo di energia elettrica. A segnalarlo il sindaco, Natalino Barbato, che nei giorni scorsi ha deciso di inviare una lettera di protesta al Servizio Elettrico Nazionale per evidenziare le criticità.

I fatti

I problemi sono cominciati il 14 dicembre scorso a causa di un guasto alla linea adduttrice e alla disdetta da parte dell’utente precedentemente intestatario della fornitura. Tre giorni dopo fu effettuata nuova richiesta di allacciamento da parte del Comune ma da quel momento non si è avuta più alcuna notizia. A nulla sono servite le numerose telefonate di sollecito, spiega il sindaco Natalino Barbato. Il 28 dicembre la documentazione è stata inviata nuovamente e il 31 dicembre sono stati fatti nuovi solleciti telefonici con l’operatrice che assicurava che la documentazione fornita dall’Ente era corretta e sufficiente.

Eppure il 3 gennaio scorso giungeva al Comune una nota con cui si chiedeva l’invio della documentazione, la stessa già spedita due volte. Dall’Ente una nuova chiamata al call center che confermava, contrariamente a quanto indicato nella nota, che i documenti erano pervenuti. Piuttosto il problema era di altro tipo: codice fiscale e carta d’identità del tecnico incaricato non erano leggibili.

Il rammarico del primo cittadino

“Insomma – evidenzia il sindaco di Stio – ci sono voluti 20 giorni per dire che non si vedeva bene la fotocopia della carta d’identità!”. “Credo che questi accadimenti fanno perdere la fiducia in tutto – dice rammaricato Natalino Barbato – mi rimane solo l’amarezza nel constatare che per venti giorni i nostri cari defunti sono rimasti al buio grazie all’inefficienza, alla mancata sensibilità di qualche passa cartoffie“.

La missiva di protesta è stata indirizzata alla società elettrica nella speranza che il problema si risolva e al Prefetto di Salerno affinché possa prendere atto “della solitudine e delle difficoltà in cui oggi si trovano ad operare gli amministratori comuali”, scrive Barbato.

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