La settimana di Sant’ Antonio Abate nel Cilento

Emma Mutalipassi

Entriamo nella settimana dedicata a una delle tradizioni più antiche e radicate nella storia della Campania: i falò di Sant’Antonio Abate, il santo patrono degli animali, invocato nei secoli a proteggere gli animali e gli esseri umani dalla peste.

Sant’Antonio fu il primo fra gli “abati” ed uno dei Santi cui la cultura popolare è più legata. Originario dell’Egitto, vagò per il deserto vivendo in parte da eremita, di qui gli appellativi “d’Egitto”, “del Deserto” e “l’Anacoreta”, una miriade di identificativi che conferma la sua magna venerazione; conosciuto anche come “il Grande” per i suoi miracoli e “del Fuoco” per il laborioso connubio che lo lega alle fiamme. Secondo la leggenda respinse le tentazioni demoniache e di qui assunse “il fuoco” come suo emblema. E’ dunque protettore del fuoco ma anche degli animali domestici. Da qui l‘antica tradizione della benedizione degli animali il 17 Gennaio e, nel comprensorio del Cilento, anche l’accensione dei falò.

A Vibonati, nel cuore del Cilento, il Santo sarà omaggiato con i fuochi pirotecnici e la tradizionale processione per le strade della città. Il tutto si concentrerà nella giornata di giovedì 17 gennaio 2019 quando la statua sarà accompagnata per le stradine della cittadina salernitana.

Ad Altavilla Silentina, sabato 19 gennaio 2019 si rinnova l’appuntamento con la manifestazione Hocus Focus – “U fuoc r’ S.Antuon”, un incontro tra la tradizione e l’innovazione, tra ciò che è stato tramandato e l’eredità di un evento folkloristico che dura nei secoli.

Da Sapri comincia il “cammino di Sant’Antonio”, una passeggiata a piedi dal centro capofila del Golfo di Policastro fino al Santuario per assistere alla celebrazione eucaristica.

A Torchiara ricorre la festa del protettore degli animali dove nella notte si tiene il tradizionale falò, simbolo del santo in quanto è anche protettore di coloro “che usano il fuoco”.

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