La denuncia: Ospedale di Roccadaspide ridimensionato nel week end

Katiuscia Stio

ROCCADASPIDE. Nella giornata di domenica una donna di 85 anni, residente a Castelcivita si è frattura il femore ed è stata trasportata all’ospedale di Eboli anziché nella vicina Roccadaspide. La denuncia arriva da un cittadino della Valle del Calore.

«Il 118 dispone il trasferimento presso l’ospedale di Eboli, a circa 40 km di distanza, pur essendoci posti letto nel reparto di Ortopedia, da qualche mese annesso al reparto di Chirurgia generale, dell’ospedale di Roccadaspide, a 20 km da Castelcivita – racconta l’uomo – L’ambulanza, unico mezzo del 118 stazionante a Roccadaspide nei pressi del presidio ospedaliero, dopo alcune ore dall’arrivo era ancora davanti al nosocomio ebolitano. Per quasi tre ore, in caso di emergenza, bisognava far riferimento ai mezzi stazionanti a Capaccio-Paestum e Bellosguardo. Arrivati ad Eboli chiedo perché mia zia sia stata trasportata lì e informalmente, mi sento rispondere che nei fine settimana non ci sono ortopedici presso il presidio rocchese. Mi chiedo e chiedo: questo sarebbe il funzionamento della rete di emergenza-urgenza nella Valle del Calore?».

Il caso non ha mancato di creare polemiche sia sul funzionamento della rete dell’emergenza-urgenza su un territorio di circa 800 km quadrati che il trasporto assistito con tre sole postazioni del 118 con ambulanze di tipo B, ovvero senza personale medico a bordo e senza rianimatori. Un problema evidente: in pratica un infartuato, una persona con ictus, un politraumatizzato da sinistro stradale o infortunio di altro genere, un bambino in età pediatrica in stato di emergenza sanitaria, non potranno mai avere come riferimento il presidio di Roccadaspide, in generale ma soprattutto nei fine settimana. Prova ne è che la stessa centrale del 118, nel momento in cui viene allertata la presenza di pazienti con patologie in fase acuta, fornisce disposizioni al personale dell’ambulanza che interviene, di trasportare il paziente direttamente al presidio sanitario di Eboli che, di fatto, svolge le vere funzioni di un Dea.

«Il presidio ospedaliero di Roccadaspide, dipartimento d’emergenza e
accettazione di primo livello, nel fine settimana diventa una sorta di presidio sanitario che può trattare, nella maggioranza dei casi, solo codici verdi o gialli. La rete emergenza urgenza è al di sotto degli standard», denunciano i cittadini del comprensorio.

Condividi questo articolo
Exit mobile version