Petrolio nel Vallo di Diano, la storia si ripete

Antonio Citera

Le multinazionali del petrolio, nonostante il NO del Vallo di Diano, non hanno mai smesso di “pretendere” l’oro nero che è presente sotto il Comprensorio protetto.

Da anni oramai insistono per trivellare l’Oasi incontaminata (si fa per dire) che, si oppone con tutte le sue forze.

“Chi tutela il patrimonio naturale e sceglie le energie pulite e rinnovabili, contribuisce alla ricchezza e al futuro del territorio”. Questo lo slogan coniato per difendere il territorio dai signori delle trivellazioni, dai cercatori di oro nero che dopo la colonizzazione della vicina Basilicata, cercano, con ogni mezzo e in barba ai pareri di Regione e Comuni, di approdare nel Vallo di Diano.

La Texaco, la Shell e chi più ne ha ne metta, con diversi “titoli”, hanno chiesto, nel corso degli anni, esplicitamente il permesso di poter procedere alla ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, nelle aree comprese tra i comuni di Atena Lucana, Montesano sulla Marcellana, Padula, Polla, Sala Consilina, Sant’Arsenio, Sassano e Teggiano. E ancora in alcuni comuni della già colonizzata Basilicata.
L’area prescritta nelle richieste di protocollo, ricade precisamente nella fascia anticlinale che percorre da nord a sud l’Italia, una sorta di mezzaluna che scorre lungo tutto il fianco dell’Appennino orientale, partendo dalla pianura Padana, fino alle colline della Romagna, scendendo in Molise, Basilicata e Puglia, allargandosi anche alla Calabria Ionica, e toccando anche parte della Sicilia. Un serbatoio naturale, che conserva quasi tutto il greggio che è presente nel sottosuolo del nostro Paese.
Il Territorio del Vallo di Diano però da anni si sta impegnando sul versante della protezione ambientale e della biodiversità quale fonte di sviluppo economico.
Il tessuto sociale e civile ha scelto la strada dello sviluppo economico sostenibile favorendo produzioni agricole locali ad alto valore ecologico.
L’area interessata è sede di Siti di interesse comunitari (SIC) rete natura 2000; di zone a Protezione Speciale (ZPS) ed è un’area contigua al Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. E’ inoltre riserva di Biosfera (MAAB UNESCO).
Nonostante questo però i giganti multinazionali non si arrendono e continuano imperterriti la loro corte per poter trivellare questo pezzo di Stivale che ancora resiste.

Condividi questo articolo
Exit mobile version