Nuovi porti in Cilento? A rischio le spiagge e l’economia connessa

Costabile Pio Russomando

E’ di una settimana fa la notizia dei finanziamenti che la Regione Campania ha concesso per cinquanta aree portuali. Tra queste ve ne sono alcune anche del Cilento: Agropoli, Pollica, Castellabate, Pisciotta, Santa Marina, Casal Velino, San Giovanni a Piro, Centola e Camerota. A questi comuni si aggiungono Ispani e Ascea che non dispongono di aree portuali ma avranno l’opportunità di realizzare un punto di approdo.

Una ipotesi sulla quale ha mosso dei dubbi Franco Ortolani, geologo e senatore del Movimento 5 Stelle, il quale ha evidenziato come “un porto male ubicato causa la distruzione di spiagge e dell’economia ad esse connesse”.

Diversi errori sono stati già connessi e taluni casi sono anche in Cilento dove, secondo il senatore pentastellato, si segnalano “danni irreversibili alle spiagge”. “Ricordo l’erosione irreversibile della spiaggia tra Policastro e Capitello”, dice Ortolani. “Ricordo che il porto di Policastro – aggiunge – ha interrotto il rifornimento di sedimenti dalla foce del fiume Bussento verso est, cioè verso Sapri, per cui la spiaggia dal Porto fino a Capitello è stata erosa dal moto ondoso. Non solo la spiaggia ma anche diversi ettari dei terreni retrostanti. Il danno ha richiamato nuovo danno ambientale: le barriere soffolte che causano l’accumulo di sedimenti fini fangosi poco piacevoli. E poi un nuovo porto al limite orientale della spiaggia di Capitello che ora è nell’elenco della regione. Quest’ultimo è iniziato in sordina con le barriere soffolte come semplice pennello di chiusura verso est delle barriere con un finanziamento per i porti. Dissi che sarebbe sorto un porto furbo. E così è stato. Il pennello causò erosione di 300 m di spiaggia e il crollo di metà strada costiera. Dal pennello poi fu realizzata una barriera che delimita lo specchio d’acqua che dovrebbe diventare porto. In questo futuro porto si sta già accumulando sedimento sabbioso fine trasportato in sospensione durante le mareggiate. Si prevede il progressivo colmamento di questo specchio d’acqua”.

“Quanta furbizia… E denaro pubblico speso male: il tutto per distruggere un bene comune irriproducibile come la spiaggia causando l’erosione irreversibile di circa 2 milioni di metri cubi di sedimenti”, dice l’esperto per il quale “Nuovi errori vanno evitati”. Di qui una richiesta: “A nome dei cittadini che amano i monumenti della natura, chiamati spiagge, chiedo che la Regione Campania renda pubblici gli studi propedeutici al fine di valutare eventuali impatti negativi sulle spiagge circostanti i porti”.

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