Vallo: la Mostra “L’eredità di Falcone e Borsellino” si conclude con la testimonianza del Generale Pellegrini

Carmen Lucia

La Mostra “L’eredità di Falcone e Borsellino” si conclude con un grande successo di pubblico: le 200 fotografie, allestite  presso l’IIS “Cenni- Marconi”, restano in “eredità” degli allievi e dell’intera comunità, perché un Totem – con una versione multimediale della ricerca Ansa curata dalla dott.ssa Serena Cecconi- continuerà a proiettare le immagini e le didascalie del percorso biografico dei due magistrati. Attualmente la Mostra è allestita presso il Liceo “Papareschi” di Roma (scuola capofila del progetto, Dirigente Marina Rossi).

Nei giorni della Mostra, conclusasi il 3 dicembre, l’Aula Magna dell’IIS Cenni-Marconi  è diventata un laboratorio sulla legalità e la violenza di genere, perché sono stati coordinati dalle docenti Battistina Longo, Annamaria Scola e Iolanda Molinaro numerosi workshop, anche con il contributo della dott.ssa Monia Monzo (coordinatrice “Centro Antiviolenza”).Tra le testimonianze più importanti, si segnala quella del  Generale Angiolo Pellegrini (1942), generale dell’Arma dei Carabinieri comandante della sezione Antimafia di Palermo dal 1981 al 1985. Tra i protagonisti in prima linea nelle indagini su Cosa Nostra, il generale Pellegrini ha raccontato la storia delle vittime della mafia, la forza carismatica e “l‘onestà assoluta di Falcone, come uomo e giudice”, i giorni delle inchieste, la passione e l’abnegazione per il suo lavoro. Il suo impegno di divulgazione della cultura della legalità nelle scuole è anche testimoniato nel suo libro, “ Noi, gli uomini di Falcone. La guerra che ci impedirono di vincere” (A. Pellegrini, F.Conoluci, Pickwick), un testo scritto pensando ai ragazzi che conoscono così poco della storia recente del nostro Paese. A loro il generale in una lezione in diretta streaming ha detto:

“Siate orgogliosi di essere onesti, di andare avanti con le vostre forze. Ragazzi, ricordatevi che se vogliamo un’Italia migliore dipende solo da voi.”

Aldilà delle retoriche celebrative, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino continuano, come testimonia il successo formativo della Mostra, a suscitare interesse nelle giovani generazioni, a trasmettere l’emozione della speranza ed il coraggio di credere che si possa uscire dalle sabbie mobili del malaffare e della schiavitù, per costruire proprio a partire dalle scuole, intese come presìdi di legalità,  le basi culturali per  disegnare un paese democratico, libero e giusto.

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