Curiosità: il banditore, l’arte che non c’è più

Antonio Citera

C’era una volta in ogni paese, quasi a colorare i vicoli, un omino che, a suon di vibrata e dolce melodia, annunciava ai cittadini eventi, comunicati e, qualsivoglia notizia che interessava la vita pubblica.
Era il banditore, umile, giocherellone e spesso poeta, con il suo “corno” suonava e con la sua ridente voce annunciava.

Passava sovente all’ora di cena, un lungo e stonato suono e poi alcuni minuti di silenzio per dare la possibilità alle persone di concentrare l’attenzione sul suo dire.
A voce alta e senza amplificatori leggeva il comunicato ( spesso in dialetto) e poi andava via in un’altro vicolo, con la stessa determinazione e lo stesso rituale.

Una figura quasi scomparsa, un’arte che non c’è più, sostituita da fredde e incomprensibili auto, arredate con altoparlanti che sbiadiscono e alterano anche la voce più intonata.
Come questo, altri mille mestieri rischiano l’estinzione, una “scomparsa” alla quale il consumismo e le nuove tecnologie  hanno contribuito notevolmente, relegati ormai soltanto alla memoria e tramandati con nostalgia ai giorni nostri.

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