Tre anni fa la chiusura del Museo Paestum nei Percorsi del Grand Tour

Paola Desiderio

«Il mio sogno è quello di rivedere il Museo Paestum nei percorsi del Grand Tour di nuovo a Capaccio Paestum: è stato sfrattato dal Convento per farci cosa? Per il nulla, dopo quasi quattro anni non ho notizia alcuna di quel luogo al quale il museo aveva ridato il giusto lustro. È stata preclusa la possibilità alle persone di fruirne e la cultura ha pagato un prezzo molto alto. Io non mi rassegno». Non si arrende l’ex direttrice del Museo Daniela Di Bartolomeo. A tre anni di distanza dalla chiusura delle sale espositive nel convento di Sant’Antonio a Capaccio, sul suo profilo Facebook torna a parlare del museo per il quale si è battuta con tutte le forze.

A lei si è poi aggiunto il presidente della Fondazione Giambattista Vico, Vincenzo Pepe: «Grazie a tutti gli amici che hanno nel cuore il ricordo indelebile del Museo “Paestum nei percorsi del Grand Tour”. Sfrattare un museo è stato un atto ignobile, una ferita per tutta la Comunità di Capaccio – Paestum!».La collezione appartiene, infatti, alla Fondazione e oggi è in parte ospitata nella sua sede di Vatolla, in parte nel Museo Acropolis di Agropoli.

Dopo una lunga battaglia legale tra la Fondazione Giambattista Vico e i Frati Minori della Provincia religiosa salernitano-lucana dell’Immacolata Concezione, a dicembre del 2015 fu dato luogo allo sfratto esecutivo. Una raccolta di oltre 150 opere realizzate a Paestum dagli artisti che la visitarono e riscoprirono nel periodo del Grand Tour, alla quale,invano, si è cercato di trovare una nuova collocazione a Capaccio Paestum.

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