Punto nascite Polla: la proposta dell’assessore Vincenzo Garofalo

Erminio Cioffi

Per Vincenzo Garofalo, pediatra e assessore comunale a Sala Consilina la burocrazia e scarsa attenzione per le aree interne che dovrebbero essere oggetto di interventi mirati sono le cause dello spopolamento e del taglio continuo dei servizi.

“Verrebbe da dire nulla di nuovo sotto il cielo del Vallo di Diano: l’importante è dare la colpa a qualcuno. Com’era prevedibile, – ha scritto in un lungo post pubblicato sul suo profilo Facebook – da qualche giorno, è iniziata la gara a chi trova il colpevole: in particolare, a seconda dello schieramento politico, la colpa della chiusura è di De Luca e del PD per alcuni, del Movimento 5 Stelle per altri, oppure le colpe vengono attribuite ai medici , infermieri ed ostetriche che lavorano presso l’Ospedale di Polla, così come è stata colpa dei politici locali e degli avvocati la chiusura del Tribunale di Sala.
A mio avviso la colpa ricade su una burocrazia centralista, draconiana ed ottusa, dove i numeri sono l’unico parametro che viene preso in considerazione per prendere le decisioni del caso.
Nel Vallo di Diano nascono ogni anno meno di 450 bambini, pertanto anche se per assurdo tutti nascessero a Polla, cosa impossibile in quanto un 10% di questi non può nascervi sia per cause sanitarie sia familiari/organizzative, non è assolutamente possibile che il parametro minimo dei 500 nati l’anno venga rispettato. Occorre ricorrere alle deroghe, così com’è avvenuto per gli anni passati e così com’è stato richiesto anche per quest’anno e come avverrà per gli anni futuri.
Ieri gli studenti hanno fatto una manifestazione imponente e spontanea che deve farci riflettere. Purtroppo, molti di questi, tra qualche anno o mese andranno via per continuare gli studi e difficilmente torneranno. Se non vogliamo che il nostro territorio si spopoli sempre di più bisogna far sì che i giovani, una volta concluso il loro percorso di studi, ritornino. A mio avviso, per fare ciò, è necessario che il nostro territorio venga riconosciuto legislativamente come area interna disagiata con misure appropriate alle esigenze sanitarie ,sociali, economiche giurisdizionali in deroga a quelli che sono i parametri nazionali.
Con il numero chiuso a medicina, medici che verranno a lavorare da noi saranno pochissimi, se non zero, avendo loro la possibilità di lavorare in zone più comode e più prestigiose. Bisogna fare dei concorsi mirati solo al nostro territorio prevedendo una retribuzione maggiorata ( come avviene in alcune regioni autonome), altrimenti i reparti saranno sempre sottorganico e, come sta avvenendo attualmente, continueranno a funzionare soltanto ricorrendo all’esercizio delle cosiddette ALPI.
E’ assurdo che il nostro territorio per mantenere i servizi, è costretto ad offrire ai vari Enti i locali gratis, se non addirittura le utenze al fine di scongiurarne ulteriori soppressioni”.

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