Il patrimonio culturale della Badia di Pattano al centro di un workshop presentato a Vallo della Lucania

Carmen Lucia

Il 2018, celebrato come anno europeo del patrimonio culturale è stato il topos di riferimento dei libri scelti per il “Maggio dei libri”, rassegna dedicata alla promozione e diffusione della lettura a cui hanno aderito la Biblioteca dell’IIS “Cenni-Marconi” e le Biblioteche di Vallo. In continuità con questa rassegna, in cui sono state dedicate letture ad alta voce in posti anche diversi dalle Biblioteche, come le piazze, le Chiese, i giardini, si è tenuto il 13 Ottobre, alle ore 17:30, il primo incontro dedicato alla Badia di Pattano, con la Prof.ssa Maria Rosaria Pagnani e il Dirigente Michele Marsico, autori del libro “Abusi e credenze popolari nel Cilento alla fine del Medioevo” (Laveglia-Carlone).  Si tratta di un romanzo storico, dove la storia della Badia di Pattano, con i suoi egumeni, i frati, le donne del paese, diventa la fonte di un procedimento di riscrittura di grande evocazione simbolica: editti, documenti storici, fonti d’ archivio rappresentano così un patrimonio di inestimabile valore storico che si apre a nuove e ricchissime prospettive ermeneutiche.  La storia dei monaci bizantini e di Pattano viene come attraversata in un testo di grande valore letterario, in cui si intersecano, con un approccio interdisciplinare, l’antropologia, l’economia, la storia del costume, la geostoria.

Dopo i saluti istituzionale dell’Assessore, avv. Genny De Cesare, e della Prof.ssa Lara Giulio, consigliere delegata alle Politiche Scolastiche del Comune di Vallo, sono intervenuti: il  dott. Carmine Carlone, il dott. Andrea De Luca, il Senatore, avv. Francesco Castiello, il sindaco di Ascea, avv. Pietro D’Angiolillo.

“La ricchezza del patrimonio culturale del Cilento  – ha affermato il Senatore Castiello – assume un ruolo di rilievo nella promozione di un sentimento condiviso di identità, in quanto definisce chi siamo e contribuisce a creare un nuovo senso di appartenenza. È necessario preservare il nostro patrimonio culturale attraverso opere di grande pregio culturale  come queste, che documentano come la ricchezza della storia, dell’architettura, dell’antropologia, della cultura  del Cilento possa diventare volano di sviluppo per tutta la nostra comunità”.

Dedicare incontri con gli autori al tema dell’Anno europeo del patrimonio culturale significa sensibilizzare ed educare anche le giovani generazioni  a riconoscere  la valenza sociale ed economica del patrimonio culturale. L’obiettivo di tutta la rassegna –  che proseguirà il 27 Ottobre con la presentazione del libro dedicato a Velia  del Senatore Castiello, “Guida di Elea” (Edizioni dell’Ippogrifo)  – è raggiungere un pubblico più ampio possibile, in particolare i giovani, le comunità locali e coloro che raramente entrano in contatto con la cultura, al fine di promuovere un comune senso di responsabilità.

“Secondo una nuova indagine Eurobarometro pubblicata nel 2017, 8 europei su 10 ritengono che il patrimonio culturale sia importante non solo a livello personale, ma anche per la propria comunità, la propria regione, il proprio paese e per l’UE nel suo insieme. Un’ampia maggioranza di cittadini è fiera del patrimonio culturale, sia esso situato nel proprio paese o nella propria regione, o in un altro paese europeo. Più di 7 cittadini europei su 10 ritengono anche che il patrimonio culturale possa migliorare la qualità della vita. L’indagine dimostra anche che 9 europei su 10 pensano che il patrimonio culturale dovrebbe essere oggetto di insegnamento nelle scuole. Tre quarti dei cittadini ritengono che siano in primo luogo gli Stati membri e l’UE a dover destinare maggiori risorse per tutelare il patrimonio culturale europeo.

Dai siti archeologici all’architettura contemporanea, dai castelli medievali alle tradizioni popolari fino alle arti, il patrimonio culturale dell’Europa è il cuore pulsante dell’identità e della memoria collettiva dei cittadini europei. È inoltre fonte di crescita economica e occupazione nelle città e nelle regioni ed è determinante per gli scambi dell’Europa con il resto del mondo. Nell’UE 7,8 milioni di posti di lavoro sono indirettamente collegati al patrimonio culturale (ad esempio, turismo, interpretazione e sicurezza). Oltre 300 000 persone sono impiegate nel settore del patrimonio culturale dell’UE e quasi metà (453) dei siti inclusi nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO è ubicata nel territorio europeo.Per queste ragioni, in particolare in un momento in cui i tesori culturali sono minacciati e deliberatamente distrutti nelle zone di conflitto, la Commissione ha ritenuto che il patrimonio culturale meritasse un Anno europeo nel 2018. La decisione del Consiglio e del Parlamento europeo di designare il 2018 Anno europeo del patrimonio culturale, basata sulla proposta della Commissione.

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