Estate in Cilento: dati in calo

Omar Domingo Manganelli

L’estate sta finendo…non è il tormentone degli anni ’80 dei Righeira, né una questione temporale, bensì quanto emerso da un’indagine estesa agli operatori turistici del Cilento. I dati negativi (con tanto di richiesta di stato di crisi per via delle avverse condizioni metereologiche che hanno caratterizzato agosto sul territorio) della Confesercenti provinciale e quelli della Abbac Campania, hanno già confermato un “grosso calo” di presenze.

In effetti confrontando i numeri del 2017 con quelli del 2018 si evidenzia come la maggior parte degli operatori turistici, segnali perdite. Il calo di flusso turistico è stimato tra il 35 ed il 40% rispetto all’estate precedente.

Ma quali sono state le cause di questo passo indietro? Si va dalla carenza di servizi di qualità, all’aumento dei costi, fino ad arrivare al maltempo che ha imperversato per gran parte dell’estate sul comprensorio.

Eppure alla vigilia della stagione estiva si parlò di un Cilento che nel mese di agosto, avrebbe avuto il pienone in ogni località, ma non è stato proprio così e non solo qui. Puglia e Campania sfiorano il 45% di mancate presenze rispetto al 2017, la Calabria solo il 15%; l’unica regione che si “difende” è la Sardegna che ha addirittura aumentato le presenze rispetto all’anno precedente.

Le testimonianze

M.S. che si occupa di animazione nei villaggi, ci conferma i dati acquisiti. “Parliamo di un calo che oscilla dal 30 al 35 % nel Cilento (da Paestum a Sapri)”. V.O. ha stimato il 45% di calo, definendo il tutto addirittura “vergognoso”. Gli fa eco D.M. noto chef cilentano, che ha lamentato grosse perdite nel mese di luglio, mentre ad agosto, nonostante un piccolo calo, l’andamento è stato lo stesso dell’anno precedente. C’è anche chi va controcorrente come D.I. che confrontando i dati tra 2017 e 2018, parla “di un aumento nel solo mese di giugno del 60%, nel mese di luglio stessa occupazione ma con un incremento del fatturato del 38%. Ad agosto, infine, +19% di fatturato. “Stiamo riscontrando un calo dell’8% di prenotazioni nel mese di settembre, mentre la sorpresa è l’aumento del 25% ad ottobre”, conclude il giovane operatore turistico.

Molto più critico G.F. “Sulla stagione estiva andata male, si punti il dito sui mancati investimenti fatti su strade e infrastrutture, tra le cause del deserto di turisti. È scandaloso come Provincia e Regione non intervengano per mettere in sicurezza le nostre zone e garantire un viaggio più confortevole ai turisti”. Anche in località come Agropoli e Scario, i dati non sono particolarmente confortanti. Molti lamentano perdite, ma con particolari eccezioni: serate come quelle dell’Equinozio d’Autunno, ad esempio, hanno dato ampio respiro all’economia,Tra le zone maggiormente colpite dalla crisi, invece, c’è il Mingardo a Marina di Camerota, dove vi sono degli stabilimenti balneari che segnalano perdite per oltre il 40%, soprattutto per colpa anche dell’annoso problema parcheggi, che ha visto tanta gente “emigrare” verso altri lidi. Meglio non va in località come Palinuro e Sapri anche se alcuni imprenditori alberghieri non disperano e precisano che “tutto è nella norma”.

La speranza nei prossimi anni, è per molti riversata nelle istituzioni, affinché possano una volte e per tutte intervenire per promuovere una terra ricca di tradizione e di bellezze come il Cilento, favorendo inoltre rapidi collegamenti, aumentando e potenziando i  trasporti pubblici; c’è poi chi sostiene che il territorio andrebbe maggiormente reclamizzato in fiere del settore. In caso contrario “vinceranno e regneranno le vacanze last minute e le scelte concentrate solo nei fine settimana” come fa notare G.C.

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