Presto disponibile il test del palloncino per scoprire chi fa uso di cannabis

Redazione Infocilento
Polizia
federicofoto/123RF

La polizia stradale quando sospetta che un conducente di auto si sia messo alla guida sotto l’effetto di alcol o droghe, può decidere di realizzare una serie di analisi. Attualmente viene utilizzato l’etilometro, conosciuto maggiormente come ‘test del palloncino’ e, quando viene sospettato l’uso di stupefacenti, gli agenti possono richiedere un’analisi del sangue, della saliva o delle urine.

L’etilometro è uno strumento in cui il conducente viene invitato a soffiare, che è sensibile alla concentrazione di alcol nel respiro o nei polmoni di una persona. Può misurare solo questo, almeno per il momento.

È infatti in lavorazione un nuovo dispositivo progettato da un’azienda californiana, la Hound Labs, che sarà capace di rilevare, oltre all’alcol, anche la presenza di THC nell’alito, che non è altro che il principio psicoattivo della marijuana.

Il suo nome è Hound Breathalyzer e l’azienda californiana lo sta mettendo a punto visto l’aumento spropositato di consumatori di cannabis degli ultimi anni negli Stati Uniti. È indubbio che un simile dispositivo sarà presto utilizzato anche in Italia, visto il successo che sta ottenendo la marijuana da noi, come in tutta Europa.

Il problema nasce da un errore di informazioni di base. Da quando è stata liberalizzato l’uso della cannabis light, molte persone si sentono libere di poter far uso di marijuana credendo che sia legale.

In realtà le cose non stanno proprio così. La cannabis che si può acquistare anche nel negozio sotto casa, non è la marijuana che fa sballare e che è considerata uno stupefacente dalla legge. Si tratta infatti di cannabis light, ossia composta quasi completamente di CBD o cannabidiolo che, come spiegato su CBD-GUIDA.IT, è il principio attivo della marijuana che non ha effetti psicoattivi su chi lo assume.

I prodotti considerati legali in Italia devono derivare da coltivazioni di canapa certificati, che abbiano un contenuto di THC (il componente psicoattivo di cui parlavamo poc’anzi) inferiore allo 0,2%.

Quindi, con la confusione che si è creata il rischio che ci siano più persone a condurre sotto l’effetto di marijuana ‘normale’ con un THC alto, è ovviamente maggiore rispetto a qualche anno fa e un dispositivo come l’Hound Breathalyzer tornerebbe sicuramente utile.

In pratica con questo macchinario sembra possibile raccogliere un campione di respiro per verificare o meno la presenza di THC, scoprendo così se una persona ha fumato cannabis non light o assunto alcol nelle ore precedenti al test. Si soffia ripetutamente in una sorta di cartuccia usa e getta che viene poi collegata nel dispositivo principale grande come un cellulare. Poi, dopo circa 4 minuti, arriva il risultato.

Il progetto è ambizioso, soprattutto per la complessità della ricerca di THC nel respiro. Mike Lynn, Ceo della Hound Labs ha spiegato in un’intervista:

“Il THC è qualcosa come un miliardo di volte meno concentrato dell’alcol. Ecco perché non è stato fatto prima perché è davvero difficile. Ci sono voluti cinque anni per superare quegli ostacoli scientifici”.

L’Hound Breathalyzer non è ancora sul mercato, ma negli Stati Uniti contano di iniziare a utilizzarlo già in autunno. In Italia probabilmente ci metterà un po’ di tempo, ma arriverà sicuramente e probabilmente per qualcuno questa non sarà una buona notizia.

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