Negozi chiusi la domenica, Confesercenti provinciale: “è una nostra proposta legislativa”.

Omar Domingo Manganelli

In questi giorni tiene banco la questione relativa alle domeniche lavorative dei negozi. Luigi Di Maio, Ministro dello sviluppo economico e Ministro del lavoro e delle politiche sociali, intervenuto in merito, ha dichiarato: “è una misura di civiltà. Questa proposta è chiesta dai commercianti, da Confcommercio e dai padri e dalle madri di famiglia che lavorano in un negozio. Durante il weekend inseriremo una turnazione, resterà aperto il 25%, mentre l’altra parte chiuderà a turno. – Di Maio ha poi aggiunto – a decidere chi sarà aperto e chi chiuso saranno, come in passato, sindaco e commercianti”.

Anche in Cilento e nell’intera provincia di Salerno, ci si mobilita tramite la Confesercenti. Il Presidente Provinciale di Salerno dott. Raffaele Esposito e il Direttore Provinciale dott. Pasquale Giglio, commentano: “la Confesercenti provinciale è stata promotrice della proposta di legge denominata ‘Libera La Domenica’, che ha raccolto 150.000 firme contro la Deregulation totale degli orari commerciali introdotte dal primo gennaio 2012 con il Decreto “Salva Italia”. La nostra proposta di legge parte dal lontano 2013 con la raccolta firme organizzata in tutte le federazioni Provinciali della Confesercenti e quindi anche a Salerno e Provincia, in collaborazione con la CEI (Conferenza Episcopale Italiana), con la quale la Confesercenti ha tenuto numerose iniziative e Conferenze Stampa in tutta Italia. Non è vero che la chiusura domenicale pone un freno alle vendite commerciali, – affermano Esposito e Giglio -. Dal primo Gennaio 2012 secondo il Decreto Monti con le liberalizzazioni delle aperture domenicali e festive, avrebbe dovuto esserci una spinta nei consumi. Infatti nel 2017 le vendite del commercio al dettaglio sono state inferiori di oltre 5 miliardi di Euro pari ai livelli del 2011, ultimo anno prima della liberalizzazione. È vero invece che il Decreto Monti ha spostato quote di Mercato verso la Grande Distribuzione Organizzata, l’unica in grado di stare aperta 365 giorni l’anno, contribuendo all’erosione del fatturato della gran parte dei piccoli esercizi commerciali che hanno perso il 3% a favore della G.D.O. . Si tratta di circa 7 miliardi di Euro di vendite trasferite dal piccolo negozio alla Grande Distribuzione. È proprio a seguito dell’irreversibile danno economico e cancellazioni di migliaia e migliaia di piccoli esercizi commerciali, che la Confesercenti nel Novembre del 2012 ha lanciato la raccolta di firme per ‘Libera la Domenica’ per raccogliere 50.000 firme necessarie per presentare una legge di iniziativa popolare che faccia ritornare alle Regioni le competenze in materia di apertura degli esercizi commerciali. Le adesioni all’iniziative della Confesercenti sono state 150.000 firme, e la proposta è stata presentata alla Camera dei Deputati il 14 Maggio 2013. La nostra proposta segue una richiesta logica e cioè quelle di far rimanere aperti gli esercizi commerciali solo quando e dove è necessario, come avviene nelle località turistiche”.

“La Confesercenti Provinciale di Salerno – proseguono il Presidente Esposito Raffaele ed il Direttore Giglio Pasquale -, plaudono alla presentazione nella Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, della proposta di legge della Lega a firma dell’On. Barbara Saltamartini e condivisa dal Vice Presidente del Consiglio On. Luigi Di Maio che all’art.1 modifica l’art. 3 del D.L. 04/07/2006 n.223, convertito con modifiche nella L. 248/2006 in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali. Infatti la Legge 248/2006 ha liberalizzato gli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali, eliminando gli obblighi di chiusura domenicale e festiva, l’art.2 del disegno di legge abroga l’art. 3 del D.L. 6 Dicembre 2011 n. 201 (C.D. Decreto Monti) che aveva liberalizzato senza alcun vincolo tutte le aperture commerciali. – La Confesercenti inoltre evidenzia – che dal 2012 al 2018 e solo nel 2013 (a pieno regime del Decreto Monti) sono cessate 50.000 attività commerciali. Infine, è importante, per il tessuto economico e produttivo dell’Italia e della nostra provincia, sostenere lo sviluppo delle PMI del Commercio, determinante per l’occupazione e la vivibilità delle città”.

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