Edificio Scuola Elementare “Gino Landolfi”…una Storia Infinita!

Ernesto Apicella

Ad Agropoli in questi giorni si sta discutendo, tra l’intrecciarsi di perplessità, allarmismi e rassicurazioni, su una serie di emergenze verificatesi in alcuni plessi scolastici. In questo articolo cercherò, in base a servizi giornalistici, documenti e foto, di ricostruire la storia dell’edificio che ospita la Scuola Elementare “G. Landolfi”. Chiarisco che alcuni anni non sono stati trattati, per mancanza di documentazione storica. Comunque, quello che emerge dal 1956, data della posa della prima pietra, ad oggi, è che sono stati effettuati sull’edificio, numerosi e costosi interventi edili, quali messa in sicurezza, ristrutturazioni, adeguamenti, etc., senza risolvere alcunchè. La nostra storia inizia durante la Seconda Guerra Mondiale, quando furono affrontate numerose emergenze scolastiche. Le cause principali erano dovute allo spopolamento di Agropoli, con relativa diminuzione di alunni, e all’arrivo di numerosi sfollati provenienti da Salerno e dall’intera Campania, ospitati dal Comune di Agropoli nelle aule scolastiche. Negli anni successivi, grazie allo sviluppo economico e alla massiccia urbanizzazione di Agropoli, il conseguente sviluppo demografico portò, a partire dall’anno scolastico 1950/51, all’istituzione di nuove classi delle Scuole Elementari Statali oltre che ad Agropoli centro, anche alla Stazione, a Cannetiello, a Fuonti, a Mattine, a Moio e a S.Marco. L’aumento della popolazione scolastica, in modo particolare ad Agropoli Centro, fece nascere l’esigenza della costruzione di un nuovo e moderno edificio per le Scuole Elementari, infatti l’8 luglio 1953 “Il Mattino” pubblicò un articolo di Michele Rinella (ex Direttore Didattico, nonché giornalista e scrittore) dove tra le tante note dedicate ad Agropoli, scriveva: “(…) se è vero che sono già pronti 11 milioni per il completamento dell’asilo infantile e oltre 30 milioni (primo lotto sui 100 milioni) per l’edificio scolastico delle Elementari, che cosa si aspetta per dare il via ai lavori?(…)”. Il 21 gennaio 1956, Agropoli ospitò l’Onorevole Maria De Unterrichter Jervolino, Sottosegretario di Stato alla Pubblica Istruzione, con delega per le scuole elementari, materne, per le antichità e belle arti, per le accademie e le biblioteche. La prima tappa fu la visita al nuovo Istituto della Scuola Professionale di Avviamento in località Torrione, attuale piazza Sanseverino, dove fu ricevuta dalle autorità scolastiche, politiche e religiose.

Successivamente, tutte le autorità presenti, si recarono a piedi, attraversando le vie di Agropoli, sul Piano della Madonna, attuale Piazza della Repubblica. Racconta il Professore Vincenzo Urti, allora Sindaco di Agropoli: “Da tutti i balconi di corso Garibaldi, piazza V. Veneto e Via Piave, sventolavano bandiere, mentre venivano diffusi a mezzo di altoparlanti inni patriottici”.
Alle 10.30, si tenne la cerimonia per la posa della “prima pietra” del nuovo edificio che avrebbe ospitato la Scuola Elementare di Agropoli.
Oltre all’Onorevole Maria De Unterrichter Jervolino, presenziarono la cerimonia il Prefetto di Salerno, Mondio; il Provveditore agli Studi, De Joanna; il Soprintendente alle Antichità di Salerno, Sestrieri; numerose autorità civili, militari ed ecclesiatiche. Il Sindaco di Agropoli, Vincenzo Urti, fece gli onori di casa. Mentre Mons. Carmelo Merola benedì la prima pietra che racchiudeva una pergamena, contenente un messaggio augurale. La madrina della cerimonia fu la Maestra Tisbe Abbondati Benincasa, che per quarant’anni aveva insegnato nella Scuola Elementare di Agropoli.
L’edificio scolastico verrà inaugurato in occasione dell’apertura dell’anno scolastico 1959/60.

Il 4 Febbraio 1960, dopo alcuni mesi dall’inaugurazione del nuovo edificio, di cui era stato completato solo il primo piano, sul quotidiano “Il Roma” uscì un articolo a quattro colonne di Nicola Sabino, dal titolo: “ Fatto sgombrare ad Agropoli il nuovo edificio delle Elementari”. Il giornalista aveva già nei mesi precedenti, sollevato delle perplessità sullo stato dell’edificio, ma era stato tacciato di inutili allarmismi. I suoi articoli si basavano sulle testimonianze degli operai, che avevano lavorato alla costruzione dell’edificio. Ed ecco che nei primi giorni di Febbraio, in pieno Inverno, il Direttore Luigi Scudiero fece sgombrare tutte le aule frequentate dagli alunni, chiedendo ospitalità, nelle ore pomeridiane, al Preside della Scuola Media. Cosa aveva indotto il Direttore Scudiero a tale drastica decisione? La caduta di calcinacci in alcune aule, che fortunatamente non avevano arrecato danni fisici agli alunni, ai professori ed al personale scolastico. Era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Giacché il solerte Direttore Scudiero aveva più volte segnalato alle autorità Provinciali e Comunali, la presenza di una notevole e pericolosa umidità che filtrava dai muri e dai pavimenti, nonché le numerose lesioni che la costruzione presentava. Ma non aveva mai ricevuto risposta. Quasi che la cosa non interessasse a nessuno.“Fin quando si trattava di stare nel freddo e nel gelo < tuonò il Direttore Scudiero > poteva pure andare. Ma in galleria come minatori no!!!” Concludeva il suo articolo Nicola Sabino:“ Non vogliamo sapere perché non si è intervenuti nel momento giusto, evitando l’attuale triste situazione, ma chiediamo soprattutto cosa sarà fatto e quando.”

L’11 gennaio 1961, “Il Mattino” pubblicò la tragica notizia di una frana, che la sera dell’Epifania, aveva travolto e distrutto l’edificio della Scuola Avviamento Professionale di Agropoli. Fortuna volle che i 400 alunni erano a casa per le vacanze natalizie. Il giornalista e storico Michele Rinella, dopo aver fatto la cronaca del crollo, si chiedeva che futuro ci sarebbe stato per l’edificio della Scuola Elementare: “(…) Noi della stampa quando abbiamo segnalato, con la crudezza della verità, i pericoli cui esponiamo i nostri figli, siamo stati financo tacciati di denunzia alla autorità giudiziaria. Ma questa denunzia non giunse mai. Il nostro edificio scolastico per le Elementari è iniziato nel 1956 e per esso furono stanziati 100 milioni. Dopo sette anni, s’è all’inizio del terzo piano, e per metà l’edificio è stato dichiarato inabitabile, perché piove dai vari soffitti, cresce il muschio nei corridoi e nelle aule, le pareti sono gonfie d’acqua. Questa dolorosa situazione, porterà o presto o tardi, a inevitabili crolli (…)”. L’11 febbraio 1961, a distanza di un un anno dalla parziale chiusura dell’edificio della Scuola Elementare, il giornalista Nicola Sabino pubblicò un articolo su “Il Roma” per fare il punto della situazione. Nel suo reportage accennò che in periodo preelettorale furono iniziati i lavori per la costruzione del terzo piano, ma vennero subito sospesi, perché privi di autorizzazioni e dei soldi necessari per continuare. Il piano terra occupato dagli studenti e sgomberato nel febbraio del 1960, si presentava in uno stato pietoso. Centimetri di muffa coprivano i pavimenti, le mura delle aule e dei corridoi; in alcune aule il pavimento era lesionato e le pareti divisorie sfondate; qualche aula si presentava con il soffitto crollato. Le uniche stanze utilizzate erano quelle della Direzione e della Segreteria, vere e proprie celle frigorifere. Questa drammatica situazione continuava a danneggiare insegnanti ed alunni, che erano costretti ai doppi turni, ospitati da altri istituti, anch’essi in emergenza aule.
Nicola Sabino raccolse anche le giustificate ed amare dichiarazioni del professore Giuseppe Apone, insegnante della Scuola Elementare:“Siamo ritornati a trent’anni fa. Sono di nuovo nella stessa aula del 1930. Tempi remotissimi e retrogradi, se si tiene conto dell’enorme progresso registratosi a tutt’oggi. A nulla sono valsi tutti gli sforzi e i sacrifici sopportati”. Il giornalista concludeva, ricordando alle Autorità competenti i numerosi milioni spesi ed invitandoli a procedere rapidamente in un’accurata ispezione dell’edificio e quindi al suo completamento: “(…) ci si ricordi che si tratta di un Edificio Scolastico in grado di ospitare centinaia di anime innocenti (…)”. Grazie alle pressioni pubbliche dei giornali, delle associazioni culturali e dei genitori degli alunni, ripresero i lavori di sistemazione ed adeguamento dell’edificio. Per l’anno scolastico 1961/62 fu reso agibile l’edifico, anche se parzialmente. Dall’anno scolastico 1963/64 furono operativi tutti e tre i piani. Il 10 giugno 1972, la Scuola Elementare fu intitolata all’agropolese Ten. Gino Landolfi, insegnante ed eroe di guerra.

Altri campanelli di allarme si ebbero dopo il disastroso terremoto del 23 novembre 1980. Agropoli fu colpita lievemente da questo tragico evento, ma gli alunni iniziarono a percepire, al loro passaggio sulla rampa di scala principale, delle vibrazioni. Nessuno intervenne e niente cambiò.
Dall’anno scolastico 1991/92 iniziammo a pubblicare, con il mio giornale “Il Mensile di Agropoli e del Cilento”, una serie di articoli curati da Giusy Infante. Infatti, nel novembre del 1991, ci giunsero delle segnalazioni da parte dei genitori, che i bambini si lamentavano della continua caduta di calcinacci, nella rampa della scala principale della Scuola Elementare “G.Landolfi”. La notizia una volta pubblicata, portò ad una perizia tecnica del Comune sulla stabilità dell’edificio. Il 28 Dicembre 1991, l’Ingegnere Benincasa nella sua relazione tecnica sottolineava: “(…) la mediocre praticabilità dell’ala est dell’edificio; con totale impraticabilità della rampa di scala principale (…)”. Nel periodo natalizio furono eseguiti dei lavori di rifacimento intonaco e stanziati 2 Milioni circa per il legname di puntellamento scale e circa 8 milioni per i collaudi. L’8 gennaio 1992, il Sindaco Paolo Caputo diede il via libera per il doppio turno al pianterreno dell’edificio, solo per i bambini delle prime e delle seconde classi. Gli altri alunni sarebbero stati ospitati il pomeriggio in altri plessi scolastici. Ovviamente montarono le proteste dei genitori, che vedevano i propri figli trattati come pacchi postali. Bambini costretti a stressanti turni pomeridiani, che avrebbero inciso negativamente sul rendimento scolastico. Si decise di convocare una riunione dove l’Ingegnere Benincasa dichiarò l’agibilità delle scale di emergenza. Per cui i membri del Consiglio di Circolo, sentiti i vari pareri tecnici, decisero la riapertura dell’edificio a tutti gli alunni, con l’utilizzo delle scale di emergenza e l’uscita scaglionata, al fine di garantire una più attenta sicurezza. Chiudeva l’articolo Giusy Infante: “Un rincorrersi di pareri, di voci confuse che protestano e chiedono una più sicura risoluzione agli annosi problemi. Agropoli si trova di fronte ad un dramma: si tratta di noncuranza o di irresponsabilità?”.
L’anno scolastico 1992/93 fu molto tormentato, giacché furono avanzate numerose proposte per risolvere l’emergenza della Scuola Elementare “G. Landolfi”, ma niente si decise. Il tutto comportò che all’apertura dell’anno scolastico 1993/94, il Sindaco Luigi Crispino firmò l’inagibilità dell’edificio ed il doppio turno pomeridiano presso la Seconda Scuola Media. Ma i genitori si opposero e dopo una serie di incontri con l’amministrazione comunale, si stabilì di effettuare l’ennesimo controllo statico dell’edificio, con relativa chiusura della scuola. Per cui, in attesa dei risultati, gli alunni furono costretti a fare i doppi turni, dividendosi tra la Scuola Elementare di San Marco e la Seconda Scuola Media.
Martedì 5 Ottobre 1992, dopo un settimana di doppi turni, grazie al parere favorevole di agibilità dell’edificio, firmato dall’Ingegnere Del Verme, subentrato all’Ingegnere Benincasa perplesso sugli esiti dei risultati, i bambini ritornarono alla “G.Landolfi”. Scriveva Giusy Infante: “I genitori si chiedono: c’è da preoccuparsi di questa < sofferta > agibilità, concessa all’ultimo minuto? E perché non vengono esposti alla visione pubblica, i risultati completi effettuati sulla struttura dell’edificio?”.
L’anno Scolastico 1995/96 segnò l’ennesima debacle per la Scuola Elementare “G.Landolfi”. Ad Ottobre, la caduta di numerosi calcinacci, costrinse il Sindaco Bruno Mautone a firmare l’inagibilità dell’Edificio Scolastico, con relativa chiusura. Un altro colpo per i poveri bambini sballottati in altri plessi scolastici e costretti ai soliti doppi turni. Fu anche avviata una gara di appalto per il risanamento della struttura, ma nessuna Impresa Edile rispose. Concludeva Giusy Infante: “ Questi ragazzi non avranno un bel ricordo del periodo scolastico Elementare”.

Siamo nel XXI secolo. Vi traccio una breve cronaca di quello che è avvenuto in questi ultimi anni. Le notizie, per chi volesse approfondire l’argomento, in buona parte sono reperibili su InfoCilento. Il 18 ottobre 2010, il Comune di Agropoli ottenne un cospicuo finanziamento per i lavori di messa in sicurezza dell’edificio che ospita la Scuola Elementare “G.Landolfi”. Ad annunciarlo fu l’allora Sindaco di Agropoli Franco Alfieri: Il finanziamento di 445 mila euro per la Scuola G. Landolfi, rientra nel programma straordinario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per interventi urgenti sul patrimonio scolastico, finalizzati alla messa in sicurezza, alla prevenzione e riduzione del rischio connesso alla vulnerabilità degli elementi, anche non strutturali, degli edifici scolastici”. L’amministrazione comunale aveva già avviato una serie di interventi di edilizia scolastica. Tra cui anche alcuni lavori sull’edificio della Scuola Elementare “L. Scudiero” di San Marco, come l’adeguamento “Legge 626 del 1994, per la sicurezza sul lavoro”, la manutenzione straordinaria e l’adeguamento funzionale della Palestra. Nei primi mesi del 2013, fu indetta dal Comune di Agropoli, una gara d’appalto di 330 mila euro circa, per interventi urgenti non strutturali sull’edificio della Scuola Elementare “G. Landolfi”. L’intervento prevedeva la sistemazione di tramezzature ed intonaci, la sostituzione di infissi e porte, il fissaggio degli elementi di arredo e delle scaffalature, la sostituzione dei pavimenti e la tinteggiatura. Martedì 22 dicembre 2015, si svolse la cerimonia per la posa della “prima pietra” dei lavori di ampliamento e ristrutturazione straordinaria della Scuola Elementare “G. Landolfi” di Agropoli. L’amministrazione Alfieri con la realizzazione del nuovo edificio mirava ad adeguare e a potenziare i servizi igienici e gli spazi educativi, nonché ad ammodernare i laboratori. Inoltre, il progetto sarebbe servito per creare dei locali idonei ad ospitare i bambini della scuola materna “A. Mozzillo”, sita in via Taverne. Ecco un’altra emergenza… lo spostamento era dovuto a motivi di sicurezza, giacchè la Scuola Materna “A. Mozzillo”, trovandosi a pochi metri dal fiume Testene, è in un’area a rischio inondazioni!!!

Anno scolastico 2016/17. Nei primi giorni del mese di Aprile 2017, la Scuola Elementare “G.Landolfi” fu dichiarata parzialmente inagibile. Infatti, l’ASL Salerno, Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro, dopo un’ispezione riscontrò l’assenza di vie di fuga, giacché esse erano state ostruite dal nuovo cantiere per l’ampliamento della scuola, e chiuse un’ala dell’edificio scolastico.
Anno scolastico 2017/18. Il 7 novembre 2017 titolava InfoCilento:Paura ad Agropoli, crollano mattonelle dalla scuola Landolfi”
Paura questo pomeriggio ad Agropoli “scriveva Ernesto Rocco” alcune mattonelle si sono staccate dalla parete della Scuola Elementare“Gino Landolfi”, cadendo sul marciapiede di via S.Pio X. Per fortuna in quel momento non passava nessuno. Il fenomeno è stato determinato, probabilmente, dal maltempo degli ultimi giorni. Non vi sono pericoli per la struttura, ma restano le polemiche per la scarsa manutenzione dell’edificio”. Il 13 gennaio 2018 fu indetta una riunione, dopo l’allarmismo crescente che si era diffuso in città, sulla scarsa sicurezza dell’edificio.“La Scuola Elementare G. Landolfi è sicura. Da un punto di vista della staticità è tutto in ordine. Lo scorso anno è stato eseguito un controllo sull’edificio che ha confermato la regolarità”. Queste le parole del Sindaco Adamo Coppola, pronunciate per rassicurare i genitori degli alunni. “Abbiamo fatto eseguire i carotaggi e una volta terminati gli studi – ha aggiunto il primo cittadino – potremo redigere il progetto esecutivo dei lavori per l’adeguamento sismico e candidarlo a finanziamento”. Il 12 febbraio 2018, l’Amministrazione Coppola annunciò di avere approvato un progetto definitivo, redatto dall’Ingegnere Niggio Bonadies, per l’importo di 2,3 milioni di euro, per la realizzazione di interventi strutturali di messa in sicurezza e riqualificazione energetica della “G. Landolfi”. Per mancanza di fondi comunali, il progetto venne candidato per un finanziamento del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Anno scolastico 2018/19, in questi primi giorni di settembre si è costituito un Comitato “Scuole Sicure”. Lo scopo è di stimolare l’Amministrazione Comunale, ad intervenire sulle varie emergenze riscontratesi nei plessi scolastici agropolesi. Infatti. l’ennesima perizia tecnica ha lasciato non pochi dubbi su alcuni edifici scolastici e, nel nostro caso, sulla staticità dell’edificio della Scuola Elementare “G. Landolfi”. Vedremo nei prossimi giorni quali saranno le decisioni adottate.

Dopo questa ricostruzione storica, per evitare inutili e spiacevoli polemiche, le conclusioni sulla sicurezza dell’edificio, le lascio a voi lettori. Io personalmente ritengo che l’attuale Amministrazione Coppola, debba dare il via all’iter per la costruzione di un nuovo edificio scolastico. Le casse comunali sono vuote? Vuol dire che si rinuncia, momentaneamente, a qualche progetto non strategico e si dà il via al progetto per un nuovo edificio scolastico. I bambini delle Scuole Materne, Elementari e Medie rappresentano il nostro Futuro, quindi è fondamentale che siano tutelati. Sono il nostro patrimonio prioritario. L’ideale, sarebbe redigere un Progetto che valorizzasse tutta l’area comprendente Piazza della Repubblica, la Scuola Elementare “G. Landolfi, la Casa Comunale, la Chiesa “Madonna delle Grazie” e l’annesso Oratorio, l’Asilo Infantile e i Giardini Pubblici. Un Progetto pensato e redatto, non solo per la sicurezza e la modernizzazione della Scuola Elementare, ma anche per integrarla alle crescenti esigenze sociali, culturali ed economiche della nostra Città.

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