Sicignano – Lagonegro: la storia interrotta di una ferrovia senza futuro

Antonio Citera

Cento anni di storia cancellata in un attimo.

Nata nel alla fine dell’ ‘800, la tratta Sicignano – Lagonegro è stata chiusa definitivamente nel 1987. Da quel momento solo promesse e slogan elettorali.

I ricordi sono tanti, tutti legati a quel treno ” spartano” che con fare moderato trasportava tante persone.

Il modo comune per raggiungere Salerno o semplicemente per recarsi da un paese all’ altro. La tratta ferrata Sicignano – Lagonegro ha segnato la storia del Vallo di Diano e zone limitrofe, una storia fatta di gioie, dolori e commozione, fatta di valige di cartone, di speranze e di nostalgia. Era la ferrovia di tutti, del popolo, dei tanti emigranti che con rabbia partivano, lasciandosi dietro ricordi e affetti. Era la ferrovia di chi felice ritornava, segnato da un percorso intriso di fatica e dolore, di anni di sacrifici. Era la ferrovia di chi semplicemente, per necessità o per svago, doveva spostarsi.

Attraversava valli, monti, borghi, il rumore assordante della ” littorina” era musica per noi che, in quel tempo bambini, sognavamo ad occhi aperti. Oggi tutto tace, chiusa nel lontano marzo 1987 non è stata più riaperta al pubblico. Da quel momento la tratta ferrata è nel più completo degrado, al suo posto un servizio sostitutivo fatto di autobus che sovente viaggiano vuoti. Appelli e quant’altro a nulla sono serviti fin ora, se non ad appagare la sete di parole e di promesse dei politici di turno, alcuni dei quali bravi a strumentalizzare anche la storia, prendendosi giuoco dei sempre più inermi cittadini di un Vallo di Diano da tempo ormai ” Terra di Nisciuno”.

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