Licenziati e senza stipendio: lavoratori Yele si rivolgono al Tribunale

Carmela Santi

Per 61 lavoratori della Yele licenziati, oltre al danno la beffa. Oltre ad aver perso il posto di lavoro avanzano 11 mensilità. Hanno provato invano a incontrare il liquidatore nominato dal Tribunale. Ora in una lettera firmata dal coordinatore Rsu Sergio Gallo chiedono l’intervento della Procura della Repubblica di Vallo e del Tribunale delle Imprese.

«Siamo in una drammatica situazione – ribadiscono – vittime di un sistema ingiusto, insieme alle nostre famiglie». Gli operai evidenziano che «prima di arrivare il liquidatore i conti della società presentavano una certa disponibilità, ci sono somme su cui incombono istanze di fallimento e decreti ingiuntivi esecutivi». I lavoratori hanno provato a contattare il liquidatore, Massimo Di Pietro e ora chiedono l’intervento della procura per tutelare i loro diritti. Restano senza lavoro, nè stipendi i dipendenti della Yele che non sono stati oggetto dei passaggi di cantiere nei primi mesi del 2018 e che oggi non hanno possibilità di proseguire il lavoro. Gli operai si sono rivolti anche al Ministro del lavoro Di Maio e sottoscritto una diffida ai comuni cilentani soci della Yele dove denunciano presunte irregolarità nei passaggi di cantiere.

«I nuovi affidatari dei servizi di gestione rifiuti – si legge – sono tenuti in via prioritaria a utilizzare i dipendenti di Consorzi e società da essi controllati, tra cui la Yele. Pertanto i dipendenti senza lavoro rivendicano il diritto ad essere utilizzati rispetto ad ogni altro personale impegnato nel ciclo di gestione dei rifiuti.

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