Agropoli, un progetto per il porto da quasi 40milioni

Carmela Di Marco
Porto di Agropoli

AGROPOLI. Anche il comune cilentano punta a fondi per il porto. L’occasione è offerta dalla manifestazione d’interesse della Regione Campania relativa all’individuazione di interventi ammissibili e da finanziare a valere su risorse Cipe, sul Por Fesr e sul Poc per opere di messa in sicurezza e potenziamento dei porti regionali.

Il Comune di Agropoli ha da tempo in mente un progetto di completo restyling dell’area portuale che passi attraverso il dragaggio e il prolungamento del molo di sopraflutto che consentirebbe l’accesso
anche a barche di dimensioni più importanti e l’eliminazione dell’ingresso della Posidonia nella spiaggia della Marina. L’intervento candidato a fondi prevede una spesa di circa 39milioni di euro.

Si tratta di una spesa minore rispetto a quella preventivata per il progetto originario elaborato per il porto di Agropoli il quale prevedeva la realizzazione un unico grande molo centrale (una struttura a due piani con una torre) e due moli, uno sopraflutto e l’altro sottoflutto, più estesi rispetto a quelli già esistenti.

Il porto di Agropoli è uno dei più importanti a Sud di Salerno. La prima pietra fu posata il 10 gennaio del 1969 alla presenza del sindaco Gaetana Troisi, del ministro all’istruzione Fiorentino Sullo, del senatore del PRI Biagio Pinto e di Nicola Carola, segretario della locale sezione della DC.

La spesa iniziale prevista per la costruzione dell’infrastruttura fu preventivata nel 1964 in due miliardi e quattrocento milioni di lire. Per la sua realizzazione (pontili esclusi), il comune ne dovette sborsare duecentocinquantamila in più. Le opere furono suddivise in otto lotti, il primo realizzato dall’amministrazione Troisi mentre gli altri da quella Maurano.

Il porto di Agropoli, nato come struttura di quarta classe, aveva finalità prettamente turistiche con tratti di banchina riservati a piccole unità di pesca. Negli anni, oltre agli esistenti moli di sottoflutto e di sopraflutto, si è provveduto al suo ampliamento con l’istallazione di pontili galleggianti o in cemento. Dal 1991, inoltre, è attivo l’ufficio circondariale marittimo.

Prima della costruzione del porto l’area, denominata Salecaro, era già utilizzata dai pescatori come piccolo porticciolo naturale inserito in uno spettacolare paesaggio selvaggio, ancora incontaminato dalla mano dell’uomo. Con la realizzazione del porto quintali di cemento hanno coperto scogliere e insenature naturali, cancellando uno degli angoli più suggestivi della città in nome del progresso e dello sviluppo economico.

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