Capitello, operaio travolto sui binari: due condanne. Ecco le motivazioni

Redazione Infocilento

Sono state pubblicate le motivazioni della sentenza di condanna per Nicola Cobuccio e Antonio Pitta. Si tratta dei due operai di RFI ritenuti responsabili della morte di Fortunato Calvino il 35enne che perse la vita travolto da un carrello mentre lavorava sui binari della tratta Tirrenica Meridionale, nei pressi dell’ex scalo ferroviario di Capitello.

Per la vicenda, avvenuta il primo settembre 2010, erano stati assolti sette dei nove imputati. Secondo il giudice del tribunale di Lagonegro, Alfredo Mazzei, Nicola Cobuccio, capo squadra del tronco lavori di cui faceva parte l’operaio morto (condannato a due anni e sei mesi) avrebbe avuto una condotta caratterizzata da colpa generica, consistita in negligenza imprudenza, imperizia, nonché colpa specifica per violazione del testo unico sulla sicurezza, delle norme aziendali dettate dall’Istruzione per la Prevenzione dei cantieri e di quanto previsto dalla scheda di valutazione dei rischi da investimento da rotabili derivanti dall’attività di livellamento binari con mezzi manuali. Il Cobuccio è stato ritenuto responsabile di una serie di omissioni relative alla sicurezza, il cui rispetto avrebbe evitato il peggio.

Quanto ad Antonio Pitta,  addetto alla scorta sul carrello a trazione elettrica, la condanna è stata ad un anno di reclusione. Per lui il giudice ha riconosciuto colpa generica consistita in imprudenza, negligenza, imperizia e colpa specifica per violazione del testo unico sulla sicurezza: in particolare ometteva di vigilare l’osservanza da parte dei lavoratori delle disposizioni di legge in materia di salute e sicurezza sul lavoro e sull’uso dei mezzi di protezione collettiva. Pur consapevole che il carrello venisse condotto a marcia indietro e quindi con visuale limitata, inoltre, non consentiva al conducente di avere adeguate e tempestive informazioni in ordine alla presenza di ostacoli sul tragitto.

Assolti Mario Caputo, difeso dall’avvocato Franco Maldonato, Giovanni Lombardo (avvocati Gerardo Maria Cantore e Arturo Frojo), Antonio Mantuano (avvocato Agostino Mainente), Ernesto Nocentelli (avvocato Alessandro Bonifacio), Angiolo Pansardi (avvocato Rino Napolitano), Francesco Teofilo (avvocati Giuseppe Panuccio e Domenico Amodeo), Aldo Vilardo (avvocato Pasquale Vaccaro).

La sentenza di primo grado è arrivata nell’aprile scorso dopo un processo durato quasi otto anni. La tragedia si consumò a settembre 2010 quando Mario Caputo, conducente di un carrello, travolse e uccise il giovane operaio. Caputo, rappresentato dall’avvocato Maldonato, così come dimostrato dalla difesa, non poteva sapere di trovare operai sui binari; in quell’incidente rimase ferito anche un 41enne saprese, Armando Inganniti. Per Calvino, napoletano, non ci fu nulla da fare.

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