Corleto Monforte: Tar annulla rendiconto del 2015

Katiuscia Stio

CORLETO MONFORTE. Il Tar annulla il rendiconto di gestione anno 2015. Il comune corre ai ripari. La minoranza incalza «la maggioranza è sorda alle sollecitazioni della minoranza».
Il TAR Campania sez. di Salerno, con sentenza n. 596 del 18 aprile 2018 ha proceduto all’annullamento della delibera di consiglio n. 14 11 luglio 2016 con la quale il comune di Corleto Monforte aveva approvato il rendiconto di gestione dell’ anno 2015.

Con la stessa sentenza il Tar ha disposto l’annullamento dell’ art 80 del regolamento di contabilità del comune di Corleto in quanto in contrasto con l’art. 227 del Testo Unico Enti Locali riguardante i termini concessi all’opposizione per l esame degli atti contabili prima dell’approvazione degli stessi.
L’intera vicenda ha preso il via con un ricorso al Tar proposto dai consiglieri di opposizione Raffaele Fasano, Mario Mottola e Luigi Salerno, i quali lamentavano una serie di illegittimità solo di tipo procedurale commesse dalla maggioranza consiliare guidata dal sindaco Antonio Sicilia in sede di approvazione del rendiconto di gestione finanziaria per l’anno 2015. La vicenda si è conclusa con una sentenza del tribunale amministrativo che di fatto ha dato ragione ai ricorrenti i quali si sono visti riconoscere il dritto ad un contro termine, previsto per legge, per l’esame dei documenti contabili relativi al rendiconto prima dell’ approvazione dell’organo consiliare.
A questo punto il Tar ha concesso al comune di Corleto Monforte 45 giorni di tempo per riadottare la delibera annullata e di conseguenza riapprovare il rendiconto di gestione 2015.
Qualora ciò non sia accaduto la prefettura di Salerno potrà procedere, addirittura, all’ avvio delle procedure di scioglimento del consiglio comunale di c m , così come disposto dalla sentenza 596 /18 del Tar Salerno.
Il consiglio comunale ha poi preceduto, entro i temimi stabiliti, il 28 maggio 2018, a riapprovare il rendiconto di gestione 2015.

Il gruppo di minoranza ha però, in seduta di consiglio, tacciato la maggioranza di essere “sorda alle sollecitazioni della minoraza”.

«Ci sono voluti 21 mesi e una sentenza del Tribunale amministrativo Regionale per farvi capire le parole di buonsenso che noi Consiglieri del gruppo di minoranza vi dicemmo nella seduta del lontano 11 luglio 2016. Ci sono voluti 630 giorni e la sentenza della Sezione Seconda del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania per documentarvi il pesante sbaglio commesso nella seduta dell’ 11 luglio di due anni fa. Ci sono volute 15.120 ore e la condanna che vi ha inflitto il TAR di Salerno con la sentenza pubblicata il 18 aprile 2018 per deplorare l’imperdonabile leggerezza con cui avete accolto le nostre critiche in quella seduta dell’ 11 luglio 2016, comportamento il vostro che ci costrinse ad abbandonare l’aula in segno di protesta. Passerete alla storia di Corleto Monforte come quell’amministrazione sorda e grigia, chiusa nella più gretta imperturbabilità politica e nell’arroccamento più arrogante che una pubblico governo di paese possa ricordare.Negli annali della narrazione di questo Municipio voi sarete additati come gli esemplari della politica più chiusa verso qualsiasi sollecitazione proveniente dai banchi della minoranza consiliare, sarete segnati come un gruppo isolato e sordo verso qualsiasi offerta di contributo in termini di conoscenza e di impegno provenienti da coloro che pure rappresentano una parte sostanziale del popolo di Corleto. (…) È chiedere troppo, Sig. sindaco, perché non ne avete tenuto conto? Che forse cambiava qualcosa se invece di 10 o 15 giorni erano 20, come d’obbligo, i termini “non inferiori” assegnati per l’esame del rendiconto? In quella seduta, è bene ricordare ancora, chiedemmo un differimento di giorni per la trattazione dell’argomento, anche perché non fu rinvenuta agli atti la documentazione necessaria e prevista dalla legge. Ricevendo in risposta un “NO” ostinato e inconcludente che vi ha portato a essere condannati a rivenire in questa sede. E, attenzione, non solamente per ridiscutere il conto consuntivo e per rimediare all’abbaglio di un articolo di regolamento che aveva la pretesa di sovrastare e sovrapporsi alla legge dello Stato, quanto piuttosto per ravvedervi degli sbagli e degli errori che avete commesso per alterigia, per presunzione, per arroganza. Siete stati condannati anche al pagamento delle spese di giudizio per €. 1.500,00 oltre accessori di legge e refusione del contributo unificato, spese che sia chiaro fin d’ora caccerete voi personalmente di tasca vostra, perché mai vi consentiremo di farle pagare ai cittadini corletani. Sono spese che vi siete assunti voi, che voi avete voluto, e non possono essere poste a carico del Comune, come anche quelle che dovete pagare ai vostri avvocati che vi hanno difesi. E ancora un’ultima cosa vogliamo dirvela: questa sentenza vi carica di un obbligo inderogabile, un dovere tassativo, un onere alto e sovrastante innanzi al quale ogni altro assume aspetti minori e subordinati: avete il dovere di chiedere scusa alla cittadinanza tutta.»

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