Il Cilento saluta Francesco Citera: un pilastro della tradizione popolare

Emma Mutalipassi

Il Cilento saluta un pezzo della sua tradizione, Francesco Citera, per tutti Ciccio, è stato suonatore e costruttore di zampogna, un pilastro della cultura popolare. Figlio d’arte, il padre nato alla fine del 1800 già suonatore, ha tramandato la passione a Ciccio, classe 1922, che ha coltivato e diffuso questa tradizione con grande maestria rimandando la stessa passione ad altre due generazioni, infatti i figli Domenico e Pietro e i nipoti Denis e Francesco sono anche loro suonatori di questo antico strumento e musici in generale.

La zampogna ha antiche origini: è probabile una sua discendenza dagli “auloi” greci, si conoscono due tipi diversi di zampogna: una con canne di melodia di diversa lunghezza ed un’altra con canne di uguale lunghezza collegate ad un otre di pelle. La sua funzione è quella di scandire i momenti salienti dell’anno agricolo, secondo l’arcaico calendario stagionale. Essa viene generalmente protetta dal malocchio con vari amuleti, quali nastri, fiocchi rossi e cornetti aventi un significato apotropaico. Il suo repertorio è costituito da tarantelle, pastorali ed accompagnamento al canto.

Il Cilento vanta un maestro di questo strumento che è portatore di storia e memoria della tradizione popolare. I figli Domenico e Pietro sono suonatori ed ancora girano per il territorio portando con sé questa tradizione di famiglia, inoltre Pietro è anche costruttore: oltre al laboratorio di Massicelle, ha un laboratorio ad Agropoli; i nipoti Denis e Francesco eredi della passione musicale di famiglia ne hanno fatto un’evoluzione, Denis è batterista e Francesco musicista e suonatore di zampogna, un dna di note che permettono di non far morire una tradizione così preziosa.

Possiamo ricordarlo con le sue parole in un documentario di Vincenzo Russo “Ritmi del Gelbison” : Io Quanno ero jaglione senza offesa a Zampogna a memoria tutta a pieri io non è ca a sturiava ma a facia parla sola a edda ,quando veniva ad onorare a piedi con la Zampogna e le sue suonate la SS Madonna del Monte Gelbison di Novi Velia, non aveva studiato ma aveva imparato da autodidatta. Così lo ricorda il nipote Denis: “mi spiegherai come ha fatto la musica a non abbandonarti mai. Hai imparato da solo a costruire ed a suonare i tuoi strumenti, la tua capacità di osservazione e la tua lucidità sono sempre state invidiabili. Noi nipoti non possiamo fare altro che ringraziarti se i nostri primi ricordi sonori sono le dolci melodie che suonavi con la ciaramella o la zampogna(…) Grazie per averci trasmesso questa inspiegabile passione e questo inspiegabile amore per la musica. Ne siamo tutti contagiati. Anche chi tra i tuoi figli e nipoti non ha fatto della musica il proprio lavoro principale, ti assicuro che in testa ha sempre e solo musica. Questo è ciò che siamo riusciti a darti in cambio rispetto all’enorme regalo che ci hai fatto. (…)”.

Le esequie oggi alle ore 15 a Massicelle.

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