Da Agropoli il record di Claudio Ruocco: il suo drone raggiunge quota mille metri

Sergio Pinto

Fa volare il proprio drone ad uso ludico e cinematografico ad un’altezza di mille metri, percorrendo 8 chilometri tra le vette del monte Cervati; adesso le riviste specializzate si occupano di lui.

Si tratta di Claudio Ruocco di Agropoli che con «Alta prospettiva», insieme alla casa di produzione cinematografica «Mekanè», firma i documentari più suggestivi del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano ed Alburni. I problemi riscontrati da sempre sui droni utilizzati per le riprese sono le altezze e le distanze.

Circa tre anni fa Claudio inizia uno studio sulle antenne e sul software per amplificare la gittata del segnale. Mese dopo mese il drone raggiunge vette insperate, superando di poco i 300 metri, ben oltre il traguardo prefissatosi. Arrivano le riprese sul monte Cervati nel comune di Sanza, un progetto in collaborazione con l’ente Parco e con la casa di produzione «Mekanè» di Attilio Rossi.

Lo scopo è sperimentare la nuova attrezzatura, frutto di tanti mesi passati in laboratorio a rimodulare il segnale tra il telecomando e il drone. È tutto pronto per superare i propri limiti, la troupe si porta a 1600 metri di altezza, sul promontorio nei pressi della vetta. A questo punto il piccolo velivolo si libra in volo e filma gli scenari da cartoline del Cervati. In pochi minuti il drone raggiunge quota un chilometro di altezza e copre una distanza considerevole, ovvero circa 8 chilometri con 30 minuti di autonomia .

È lo stesso Claudio Ruocco a spiegare i momenti salienti dell’operazione:«Sono stati due anni di duro lavoro con l’obbiettivo di superare i limiti posti dalla tecnologia con tante prove di telemetria. Finora solo i droni militari –osserva Ruocco- avevano raggiunto tali numeri e probabilmente nessun velivolo civile a carattere ludico, utilizzato per le riprese, ha percorso queste distanze e toccato tali altezze. Ho condiviso le mie speranze e le mie delusioni con l’intera squadra dalla Mekanè, con mia moglie Giusy Cella che ha appoggiato in pieno i miei studi per questo progetto». Molte riviste specializzate si sono interessati del caso, una in particolare dedicherà un’intera pagina all’impresa dell’agropolese.

Per il futuro Claudio ha già in programma una collaborazione con un’associazione di volontariato, l’idea è quella di utilizzare il drone per motivi sociali, come la salvaguardia del territorio, la ricerca di persone scomparse in aree impervie con l’utilizzo delle telecamere termiche; perfino trasportare un kit di primo soccorso e defibrillatori in zone inaccessibili, in ausilio ai paramedici impegnati nel salvataggio delle persone.

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