Muore Luigi Filippo, l’ ultimo erede della famiglia De Filippo

Barbara Maurano

Il ricordo di Pierluigi Iorio, direttore artistico del Teatro De Filippo di Agropoli e compagno di scena di Luigi De Filippo.

All’ età di 87 anni muore Luigi De Filippo, ultimo erede della famiglia De Filippo. Era il 2016 quando il teatro di Agropoli, intitolato allo zio Eduardo, vedeva in scena il grande attore con la commedia “Il berretto a sonagli”.

Un ricordo vivo e indelebile  per la città di Agropoli, che assisteva entusiasta ai successi della prima stagione teatrale. Un onore e un prestigio che Luigi De Filippo volle riconoscere ad un teatro appena nato, consapevole che la cultura debba essere sostenuta con i fatti. Un uomo concreto che del teatro aveva sposato la filosofia, che era diventato un tutt’uno con il palcoscenico, che ha continuato fino all’ ultimo a divulgare ed omaggiare una tradizione familiare importante. Vogliamo ricordarlo attraverso le parole di Pierluigi Iorio, direttore artistico del Teatro De Filippo di Agropoli e compagno di scena di Luigi De Filippo per oltre dieci anni.“Questa notizia mi ha rattristato molto. Con Luigi De Filippo va via l’ ultimo baluardo di un’ antica scuola teatrale, quella che si apprende sul palcoscenico. Ho avuto l’ onore di lavorare con un uomo che riconosceva il teatro come la più alta forma di espressione artistica per il continuo richiamo a una realtà sempre ricca di spunti. Sono stati dieci anni intensi, in cui ho appreso la versatilità del teatro, il saper interpretare tutti i ruoli. Luigi De Filippo aveva una visione completa della scena e dei personaggi e la trasmetteva con il lavoro e la dedizione. Una volta, eravamo in scena al Teatro Manzoni. Il mio ruolo prevedeva che, in un punto della commedia, lo strattonassi. Una sera lo feci così forte che, a fine spettacolo, Luigi mi disse di fare più piano perché avevo rischiato di farlo cadere sul serio . Il Teatro è finzione, disse, ma sapevamo entrambi che era grazie a lui se il teatro, a volte, non sembra  finzione. Va via un pezzo di teatro, ma rimane il ricordo e la soddisfazione di essere riuscito a portare in scena ad Agropoli un attore completo. Questa, insieme a tante altre, sarà l’immagine che porterò per sempre nel cuore. In questo triste momento  il mio pensiero va anche alla figlia Carolina e alla moglie Laura Tibaldi, instancabile compagna di vita e di lavoro. Sono vicino al loro dolore e a questo vuoto che soltanto il ricordo della sua arte potrà colmare.”

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