Agropoli, incarichi alle coop sotto accusa

Gennaro Maiorano
Municipio Agropoli

Caccamo (M5S) chiede lumi sugli affidamenti degli incarichi: da strumento sociale a strumento politico

AGROPOLI. Sarà un altro consiglio comunale infuocato quello di giovedì 29 marzo (inizio ore 17). Il Movimento 5 Stelle, infatti, ha presentato un’interpellanza su incarichi di appalto e affidamenti dei servizi a cooperative sociali.

Secondo il consigliere pentastellato Consolato Caccamo il Comune di Agropoli nell’ultimo quinquennio “affidava numerosi incarichi a cooperative sociali nel settore della manutenzione”. A determinare sospetti il fatto che per gli affidamenti diretti risulta “una rilevante carenza documentale quale istanze di iscrizioni all’albo dei fornitori, progetti di reinserimento sociale, visure camerali, Durc, ecc…”.

Ma vi è di più perché per talune Coop, “gli incarichi erano incongruenti e difformi alle attività precedentemente svolte e che per talune altre gli incarichi comunali risultavano essere i primi in assoluto e avuti nel momento in cui la cooperativa risultava agli atti formalmente inattiva”. E ancora per talune la fatturazione risultava “esclusiva al Comune di Agropoli o alle società da esso partecipate”.

Di qui la richiesta di sapere quali sono le procedure selettive, concorsuali e di pubblica evidenza utilizzate, come sia stato individuato il personale che ha prestato lavoro alle cooperative, quanti siano stati i dipendenti impiegati e quanto l’Ente abbia dato alle Cooperative in termini economici.

“Da teorico utile strumento di sostegno e reinserimento sociale, trasformate anche queste in raggruppamenti di azione politica – accusa Caccamo – Non è stato raro infatti vedere taluni presidenti e dipendenti impegnati non poco nelle ultime campagne elettorali. Paradosso che poi taluni soggetti, impiegati teoricamente perché appartenenti a fasce deboli della società, siano pure gestori di floride attività economiche e, in taluni casi limite, addirittura possessori di lussuose autovetture di cui fanno sfoggio nonostante la loro posizione non potrebbe permetterlo”.

“Da un mio primo sommario accertamento ho rivenuto che alcune cooperative siano state costituite ad hoc, per gli incarichi che probabilmente sapevano bene poter acquisire per via diretta dai uffici comunali. Per talune altre ho verificato incongruenza nella attività sociale svolta (ad esempio attività ludico ricreative per l’infanzia) e gli appalti affidati (manutenzione stradale)”, evidenzia ancora il consigliere comunale che poi sottolinea anche rapporti di amicizia e parentela tra amministratori delle cooperative, politici e funzionari comunali.

“A me intessa sapere come è stato selezionato il personale che ha avuto la possibilità di un posto di lavoro, come sono stati affidati questi appalti e soprattutto se a seguito di questo investimento di risorse pubbliche che negli ultimi anni ha superato il mezzo milione d’euro in complessivo sia seguito un effettivo reimpiego lavorativo di queste persone altrimenti condannate al precariato a vita”, conclude.

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