CURIOSITA’ | Cilento: la semina del mese di marzo

Antonella Capozzoli

Scopriamo insieme cosa piantare nel nostro orto

Il mese di marzo – che ci prende per mano e ci accompagna verso la primavera – è una vera e propria festa per l’orto.

Il momento più complesso – quello della semina nel periodo delle gelate e delle temperature rigide – è passato: i più esperti, e, perché no, anche i più coraggiosi, potranno affrontare questo nuovo step con consapevolezza; chi, invece, non ha voluto rischiare di vedere il proprio lavoro distrutto dal cattivo tempo, può scegliere questo mese per iniziare a preparare un orticello. Sono sufficienti pochi semi da interrare in un vaso per dare il via ad una vere a propria passione.

Complice le temperature più miti, il mese di marzo permette di piantare tantissime varietà di verdure: zucchine, pomodori, piselli e peperoni, seguiti da carote, ravanelli, rucola, lattuga e patate, da prediligere nelle zone in cui il clima si mantiene stabile e tiepido tutto l’anno. Nelle aree più calde, si può già pensare di seminare angurie e meloni. Non bisogna, poi, dimenticarsi del basilico: il suo raccolto durerà fino a ottobre. Questo è anche il mese dei legumi: fave, fagioli e ceci troveranno terreno fertile, soprattutto in pieno campo.

Anche a marzo è consigliato l’uso di semenzai nel caso in cui ci si preoccupi di un abbassamento repentino delle temperature, in modo tale da proteggere tutti i germogli. Per quanto riguarda le verdure di stagione, si potranno raccogliere, ancora, le zucche, i cavolfiori, le verze e gli spinaci.

 

Nella tradizione Cilentana, alcuni di questi prodotti sono delle vere e proprie eccellenze:

  • il maracuoccio di Lentiscosa, un piccolo legume simile al pisello;
  • cece di Cicerale, ricco di potassio e di componenti essenziali;
  • fagioli di Casalbuono: Sette sono le varietà di fagioli (alcune nane e altre rampicanti) coltivate. Tra le più interessanti, due varietà rampicanti: la sant’antere, che produce semi reniformi con fondo beige e screziature dal rosso al marrone, e la panzariedda, con semi tondi metà bianchi e metà beige. La coltivazione delle varietà rampicanti è più complessa: le piante, infatti, devono essere sostenute da tutori in legno oppure dalla pianta di mais, se seminate in consociazione, come da tradizione. La fioritura e la maturazione scalare richiedono molti passaggi per la raccolta, che è manuale come l’essiccazione e la sgranatura dei baccelli. Questi legumi sono tutelati dal Presidio Slow Food.
  • fagiolo di Controne: Piccolo, rotondo e bianchissimo, senza macchie e senza occhi, il fagiolo di Controne ha una tradizione antica ed è particolarmente pregiato per l’alta digeribilità e per la buccia sottile, praticamente impalpabile.

 

 

 

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