Palinuro, la tassa di soggiorno aumenta: è polemica

Redazione Infocilento
Palinuro - @milenacelentano1

Imprenditori delle strutture ricettive: offerta scadente

CENTOLA. Aumento della tassa di soggiorno e mancata programmazione turistica: in rivolta gli imprenditori di Palinuro. I titolari di oltre trenta strutture ricettive hanno sottoscritto e protocollato un documento di protesta richiamando all’attenzione l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Stanziola.

La mobilitazione è partita dopo l’aumento della tassa di soggiorno, deciso dagli amministratori per la prossima stagione estiva senza un reale confronto con gli imprenditori cittadini. La tassa dovrebbe passare da un euro ad un euro e cinquanta centesimi. «Dobbiamo chiedere ai nostri turisti più soldi per la tassa di soggiorno – lamentano gli imprenditori – ma in cambio presentiamo un paese nel degrado. Marciapiedi impraticabili, strade con rifiuti abbandonati, quartieri trasformati in centri di accoglienza, collegamenti inesistenti, spiagge sporche, poca sicurezza, assenza di decoro e di infrastrutture adeguate a qualificare Palinuro a centro turistico di eccellenza».

«Ci preme ricordare – ribadiscono gli imprenditori – che la tassa di soggiorno è una quota che il turista versa per usufruire dei servizi forniti da una località e che lasciano nell’avventore il piacevole ricordo del luogo visitato, quindi non solo feste e spettacoli a più non posso e di poca qualità». Gli operatori turistici sono consapevoli che Palinuro, oggi, non vive i tempi d’oro degli anni addietro.
«Deve quindi mantenere un profilo umile e desideroso di riscatto, ospitando e facendo star bene chi lo raggiunge, evitando il più possibile di risvegliare lo spirito polemico del turista». L’aumento della tassa è stato deciso poi fuori tempo massimo, senza considerare che tra ottobre e dicembre le strutture hanno già stampato i listini, pubblicato le tariffe online per cui «è complicato e poco serio dover rettificare oggi l’aumento della tassa».

L’invito rivolto all’amministrazione è di «rivedere e sospendere quanto deciso in una riunione, poco rappresentativa della categoria, e di riconvocare con gli imprenditori un incontro collegiale che affronti i problemi seri legati al settore turistico».

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