Sapere e sapori: il maiale raccontato al Parmenide Farm Holiday

Bruno Sodano

Il Cilento è una terra ricca di prodotti e di tradizioni e chiunque si impegni a promuovere e tramandare e determinate tecniche è meritevole di lode. Al Parmenide Farm Holiday si è svolta la prima serata di Saperi e Sapori. Una serie di incontri volti a far conoscere prodotti e relative storie attraverso la voce di professionisti del settore e mani che sanno lavorare materie prime importanti. Il primo appuntamento è stato dedicato a sua maestà il maiale con tanto di titolo storico è rappresentativo “Del maiale non si butta via niente” e questo è assolutamente vero. Non si butta via niente, nemmeno il sangue. Ebbene sì… questo veniva raccolto e conservato per fare vita al famoso sanguinaccio che per anni è stato attore principale sulle tavole contadine che però oggi ne è vietata la produzione. Non solo food ma anche cultura, con il Giornalista Alfonso Sarno che ha raccontato tante curiosità, leggende e tradizioni, legate al maiale e ai riti locali.

Protagonisti della cena a 4 mani sono stati gli chef Gerardo Del Duca e Chef Gerardo Figliolia dell’Osteria La Pignata di Bracigliano. A condurre la serata, l’attrice e presentatrice Nunzia Schiavone, volto noto delle tv salernitane e campane.

Un grande ospite è stato l’ Onorevole Franco Picarone, Consigliere Regionale e Presidente della Commissione Bilancio della Regione Campania, che è durante la serata ha parlato del territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, come luogo prestigioso per le produzioni tipiche, le biodiversità e la ricettività, fiore all’occhiello della regione tutta. La serata è iniziata con la presentazione di tantissimi prodotti lavorati come una volta dall’azienda Parmenide.

A fare gli onori di casa il nuovo gestore, il regista Giovanni Coi. Ad attenderci un buffet letteralmente ricco di bontà tutte caserecce: Insalatina di stinco con Papacelle, Testina di maiale al limone e menta, tortano con le sfrittole e soppressata della pignata affumicata.

A seguire un antipasto molto particolare: c’era il mallone o come viene chiamato in Cilento “foglie e patate” fatto con le foglie delle cime di rapa. Quello che mi ha colpito è stato il fatto che questa bontà è stata fatta con aggiunta di pane duro fritto che ha conferito al piatto un gusto squisito! Sempre nell’antipasto troviamo un carciofo fritto nello strutto, volgarmente chiamato nzogna, cuzzitiello con polpetta, Caciocavallo ubriaco e salsiccia stagionata sottolio.

A seguire due primi piatti con pasta lavorata a mano e stiamo parlando di fusilli con il ragù della Valle dell’Orco, fatto con carne e cotica, e cavatielli con funghi porcini, pancetta croccante e ricotta salata.

Per pulire un po’ la bocca in attesa del secondo piatto ci è stato portato un sorbetto che in realtà era un gelato al finochietto e pancetta croccante, superlativo. Il secondo piatto classico, tipico della tradizione cilentana, braciola ripiena al cacioricotta e patate con peperone crusco.

Per finire il classico cannolo cilentano e gli scauratieddi.


Tutto molto buono ed organizzato bene per iniziare al meglio questo percorso educativo gastronomico tutto cilentano.

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