Politiche 2018, Alfieri lascia la segreteria di De Luca: campagna elettorale senza utilizzare ruolo di capostaff

Ernesto Rocco
alfieri

Ex sindaco di Agropoli a caccia di record nel collegio

«Non andrò più in Regione, farò la campagna elettorale da candidato. Per mia scelta e per stile ho deciso di non utilizzare il ruolo di capostaff per una competizione che già di per sé è complicata». Parola di Franco Alfieri, candidato alla Camera dei deputati tra le fila del Pd, nel collegio uninominale di Agropoli.

L’ex sindaco del Comune cilentano in settimana formalizzerà le sue dimissioni ruolo di capo della segreteria del governatore De Luca provando in questo modo anche a scrollarsi di dosso l’etichetta di «signore delle fritture» che proprio una battuta del presidente gli aveva affibbiato, trasformando in una corsa a ostacoli le sue ambizioni parlamentari. Ora, incassata la candidatura, Alfieri ha un aspetto ben diverso dai giorni scorsi, quando veniva descritto distratto e nervoso. Ora è sorridente, disteso, combattivo, entusiasta, pronto ad affrontare l’ennesima campagna elettorale.

La sua agenda è già fitta di impegni. Dopo un lunedì passato a sistemare le ultime cose in Regione, ieri mattina è stato in municipio ad Agropoli dove, tra un suggerimento e l’altro all’attuale squadra di governo, ha affrontato il solito via vai di persone provenienti da tutta la provincia che chiedono di incontrarlo. Uno spuntino veloce, un visita di condoglianze ad un dipendente comunale, poi l’incontro nel centro della città.

«Questa è la mia prima intervista – dice sorridendo – mi aveva chiamato La7 ma dopo l’agguato che mi hanno fatto l’ultima volta ho detto di no». Il capostaff di De Luca si mette a suo agio e ammette di essere disteso: «È stata una formazione delle liste assai complicata – rivela – c’era motivo di ansia per l’esito della risposta sulla candidatura, ora sono felice e come me tantissime persone, perché la mia è stata una candidatura condivisa». Il riferimento è alle quasi 500 firme presentate sul tavolo di Matteo Renzi. Firme di politici ed amministratori locali che chiedevano la sua candidatura. «Credo che quando Renzi ha visto che la richiesta arrivata dal territorio con un coinvolgimento trasversale, abbia riconosciuto che sono il candidato ideale per competenza, conoscenza del territorio e per i ruoli che ho avuto».

Alfieri non bada alla modestia, è sicuro di sé e dà l’impressione che non voglia soltanto essere eletto alla Camera, besì portare a casa l’ennesimo record di consensi, dopo essere stato a Torchiara il sindaco più giovane d’Italia e ad Agropoli il più votato in assoluto dello Stivale. Per il 4 marzo non fissa limiti: «Decideranno gli elettori», annota diplomatico.
Sugli avversari del collegio, la professoressa universitaria Marzia Ferraioli e la 5Stelle Alessia D’Alessandro, staffista nella Cdu della Merkel, non fa commenti ma ricorda loro i suoi numeri: «Ho ottenuto sempre consensi che hanno superato il partito di appartenenza». E alle polemiche che lo hanno accompagnato negli ultimi tempi non vuole neanche pensare, parla di «bassezze» e auspica una campagna elettorale serena. Su come condurla Alfieri ha già le idee chiare: «mi piace la politica tradizionale, sarò tra la gente, in ogni paese e in ogni frazione, non mi risparmierò». Ed infatti, chiuso il taccuino, ha già un altro impegno presso la sede agropolese dei Dem. Ci sono il sindaco Adamo Coppola, il deputato uscente Sabrina Capozzolo, il fedelissimo Luca Cerretani, vicepresidente della Provincia, i dirigenti locali del partito e soprattutto tanti cittadini. L’invito di Alfieri è ad una campagna elettorale porta a porta, organizzata in maniera scientifica come disse De Luca. Guai, però, a parlare di fritture. Il suo motto è già deciso: «Passione, esperienza, concretezza».

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