Franco Alfieri candidato alla Camera: Pd riconosce la leadership dell’ex sindaco di Agropoli

Ernesto Rocco

Polemiche in secondo piano: saranno gli elettori a dover decidere se concedergli o no fiducia

La candidatura di Franco Alfieri alla Camera dei Deputati è il segnale di un partito, il Pd, a caccia di voti, ma è soprattutto la presa d’atto, anche da Roma, della leadership che il territorio gli ha già assegnato da tempo.

Fritture di pesce o altre polemiche sono solo strumentali. L’ultima parola spetta agli elettori ed era giusto che Alfieri si confrontasse con loro e con i suoi avversari.

Perso Simone Valiante, inspiegabilmente non candidato, il territorio ha comunque un politico di spessore che potrebbe sedere alla Camera: se eletto avrebbe un ruolo rilevante, lo stesso che non hanno avuto alcuni suoi predecessori nel recente passato. Un dato importante per Agropoli ma anche per il centro sinistra cilentano e salernitano in cui Alfieri si stava imponendo da tempo, diventando un punto di riferimento per amministratori e cittadini.

Del resto la sua ascesa è stata continua: da sindaco di Torchiara ad assessore provinciale, da primo cittadino di Agropoli a capostaff di De Luca. A ciò si aggiunga l’influenza che ha avuto in tante altre decisioni e sui territori. Da delegato regionale, inoltre, è riuscito anche a risolvere problematiche annose puntando sul suo carisma e la capacità di dialogo. Un solo stop lo ha frenato fin ora e non è dipeso da lui; risale a due anni e mezzo fa, quando la Regione gli fu preclusa proprio dalle sedi romane dei Democratici.

La sua fedeltà al partito oggi è stata ripagata . Se verrà eletto da Parlamentare Alfieri raggiungerebbe il traguardo più alto della sua carriera politica. Dovrà confrontarsi con altri personaggi di rilievo sul territorio (i cui nomi li conosceremo nelle prossime ore) ma saranno gli elettori, non le polemiche, ad incoronarlo o spodestarlo dal trono. Unico neo potrebbe essere la congiuntura politica attuale che vede il Pd lontano dalla vittoria.

Alfieri, però, potrà almeno giocarsi le sue carte, chiamare i cilentani al voto raccontando loro i programmi e portando in dote quanto fatto in passato. Se gli elettori gli riconosceranno fiducia e meriti lo diranno le urne, non le polemiche, a volte anche sintomo del timore che nutrono gli avversari.

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