Ne territorio del Parco persi quattromila abitanti negli ultimi anni

Redazione Infocilento
Un panorama di Corleto Monforte

Numeri allarmanti. D’Elia: dobbiamo lavorare affinché il Parco sia occasione di crescita

Il Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ha perso negli ultimi anni 4000 abitanti. L’esodo si registra soprattutto dalle zone interne dove a fuggire sono i più giovani. Sono i dati allarmanti dal 2011 ad oggi.

«Di questo passo i piccoli centri sono destinati a morire», denuncia Giuseppe Cilento, già sindaco di San Mauro Cilento e presidente della Cooperativa Nuovo Cilento. Come dargli torto. I numeri emersi dai rilevamenti ufficiali dei comuni, non lasciano spazio a dubbi. Lo spopolamento dei paesi interni è grave, alcuni sono a rischio di estinzione, per aver toccato quasi il 70% di calo demografico in sessanta anni.

È il caso di Sacco. Altri comuni hanno perso intorno al 50 % della popolazione (Aquara, Bellosguardo, Campora, Cicerale, Corleto, Felitto, Laurino, Laurito, Magliano, Monteforte, Orria, Perito, Piaggine, Serramezzana, Rofrano, Roscigno, Sacco, San Mauro La Bruca, Sant’Angelo a Fasanella, Sessa Cilento, Stella Cilento, Valle dell’Angelo). Sono soprattutto i giovani a lasciare la propria terra. Nonostante studi, proclami e buoni propositi di chi governa il territorio, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni non riesce a garantire un futuro alle giovani generazioni. Emblematico il caso di Centola. Una giovane coppia dopo aver lavorato all’estero, tre anni fa ha investito i propri risparmi per avviare un’attività turistica nel paese di origine.
Oggi i due stanno decidendo nuovamente di emigrare oltre i confini nazionali. Hanno due bimbi a cui Centola e il Cilento non sono in grado di garantire un futuro.
«Lo facciamo per loro – ripetono con amarezza – ci abbiamo provato ma dopo tre anni, solo sacrifici».

Una sconfitta per chi ogni giorno amministra il territorio. Ne è consapevole il vice presidente del Parco Cono D’Elia. «Dobbiamo lavorare – dice – affinché il Parco non sia solo un limite, ma dia reali occasioni di crescita». Intanto le prime schiarite arrivano per i giovani agricoltori. L’ente Parco con il presidente Pellegrino, dopo il pressing del presidente Comunità del Parco, Salvatore Iannuzzi, ha prodotto un primo atto deliberativo che apre la strada agli aspiranti agricoltori con la sottoscrizione di una polizza fideiussoria a garanzia dell’area protetta.

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