Danni per la siccità: fondi per imprese del Cilento e Vallo di Diano

Katiuscia Stio
Trattore

23 i Comuni del comprensorio cui andranno aiuti

La Regione Campania ha riconosciuto danni per 289milioni alle imprese agricole danneggiate a causa della siccità dal dicembre 2016 all’estate scorsa. Di questi circa 51milioni sono inerenti la Provincia di Salerno. Nei mesi scorsi da palazzo Santa Lucia avevano anche chiesto il riconoscimento dello stato di calamità naturale per ottenere i fondi necessari da Governo. 

Numerose le aziende che avevano avanzato richiesta di aiuto. Nel comprensorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni sono stati riconosciuti danni alle imprese Aquara, Bellosguardo,  Casal Velino, Castellabate, Cicerale, Controne, Corleto Monforte, Laureana Cilento, Ottati, Perdifumo, Petina, Pollica, Postiglione, Prignano Cilento, Roscigno, Rutino, San Mauro Cilento, Sant’Angelo a Fasanella, Serramezzana, Serre, Sessa Cilento, Sicignano degli Alburni e Stella Cilento.

 

Sulle modalità di riconoscimento dei danni non sono mancate polemiche. «Per la Regione Campania esistono agricoltori di serie A e di serie B – ha detto Michele Cammarano , consigliere regionale del M5s – A scorrere l’elenco emerge che i comuni del Calore Salernitano, da Valle dell’Angelo a Capaccio Paestum, da Altavilla Silentina a Giungano non avrebbero riportato danni significativi. Lo stesso non si può dire per le aree comprese tra i Monti Picentini, gli Alburni e il Monte Stella. Territori che distano poche decine di chilometri, ma che rientrano in un perimetro colpito dalla stessa emergenza siccità».

«Come è possibile, allora che – si chiede l’esponente grillino – al comune di Aquara, ad esempio, venga riconosciuto per le castagne un danno del 55%, mentre nella vicina Roccadaspide la perdita di produzione per lo stesso prodotto è calcolata ad appena il 20%? Assolutamente da rivedere – per Cammarano – anche il criterio che non distingue le colture per le loro specificità, ma le determina sulla base di un unico indicatore».

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