Corisa4, Ametrano: “Stato di stallo del consorzio rischia aggravi di costi per i Comuni”

Ernesto Rocco
Marcello Ametrano
Marcello Ametrano - Foto di Giuseppe Palladino

Contestato il ruolo del commissario liquidatore Vitale: “è insanabilmente decaduto”

VALLO DELLA LUCANIA. “Lo stallo amministrativo in cui versa il Corisa4 rischia di arrecare ulteriori aggravi di costi a carico dei Comuni consorziati”. E’ quanto sottolinea Marcello Ametrano, consigliere provinciale e assessore vallese, attraverso una nota nella quale evidenzia “la situazione ormai annosa della condizione di illegittimità in cui opera il Commissario Liquidatore del Corisa4”.

Nella missiva, indirizzata tra gli altri agli organi della Regione, della Provincia, alla Prefettura e alla Corte dei Conti, Ametrano fa un excursus sulla situazione del Consorzio e del ruolo del commissario Giuseppe Vitale.

Quest’ultimo fu nominato nell’ottobre del 2014 con un termine ben preciso: “fino alla fine della fase di liquidazione che, comunque, non potrà eccedere un anno”. Ametrano, dunque, fa notare come i termini siano già lungamente superati e che non vi sia stata alcuna proroga; pertanto Vitale “é insanabilmente decaduto” con “conseguente nullità” dei suoi atti.

L’ex presidente della Yele ripropone una serie di normative e sentenze a sostegno della sua tesi e chiede agli organi preposti, “di adottare in via definitiva ed urgente, tutti i provvedimenti di propria competenza, con la certezza di uscire dal blocco decisorio in cui la politica ristagna poiché mai come ora è necessario dare risposte concrete ai Comuni, ai lavoratori del settore rifiuti e a tutti i cittadini viste le perdite che i Consorzi di bacino continuano a maturare abbandonando da parte della regione Campania misure meramente assistenziali e senza prospettive con strumenti che mirano e facilitano la ricollocazione lavorativa e si proiettano nella dimensione del lavoro vero e dello sviluppo del territorio”.

“A tal proposito – conclude Ametrano – vorrei segnalare che la Corte dei Conti Campania ha ribadito non sussistente, in via teorica, alcun obbligo di ripiano, sia in merito ai disavanzi di
gestione che di liquidazione” mettendo cosi’ al riparo numerosi Comuni da un inevitabile crack finanziario.”

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