Pneumatici cinesi: ora si bada anche alla qualità

Redazione Infocilento

Fino a poco tempo fa i pneumatici cinesi erano sinonimo di risparmio e bassa qualità: ora le cose sono radicalmente cambiate grazie ai massicci investimenti

Il mercato dei pneumatici ha visto nel corso degli ultimi anni un notevole incremento delle gomme provenienti dalla Cina: numeri in forte crescita dall’inizio del Duemila ad oggi che hanno ampliato l’offerta a disposizione degli automobilisti. Nell’arco di questo ventennio scarso, però, è cambiato profondamente anche il tipo di proposta: se all’inizio i pneumatici cinesi erano sinonimo di prezzi bassi e perciò alla portata di tutti – principale se non unica attrattiva di queste gomme agli occhi dei compratori americani ed europei – e modesta qualità, ora le gomme che provengono dal Paese del “Dragone” possono fare concorrenza ai prodotti dei migliori brand presenti sul mercato; certo, esistono ancora produttori la cui qualità resta lontana da quella delle aziende di punta del settore, ma le eccezioni iniziano a farsi strada e portano a pensare che in un futuro non troppo lontano la Cina possa diventare un punto di riferimento globale in fatto di pneumatici, come del resto è avvenuto in molti altri settori, in primis quello della tecnologia. Sono aumentate in modo massiccio le importazioni di pneumatici cinesi, oggi largamente presenti presso i rivenditori di gomme che operano principalmente sul web e che consentono di allargare l’offerta di prodotti per gli automobilisti, mettendo sempre in primo piano la qualità. Poco alla volta anche fra coloro che acquistano pneumatici si sta insinuando la convinzione che le coperture che arrivano dalla Cina non sono più solamente economiche ma anche prodotti di gamma medio-alta, che offrono qualità elevata mantenendo comunque prezzi contenuti, elemento che li rende particolarmente allettanti.

 

Cosa è cambiato in Cina in fatto di pneumatici

 

Sino allo scorso secolo la Cina era il Paese al quale i grandi marchi del settore pneumatici – come ad esempio Goodyear o Michelin – “affidavano” parte della produzione: ovvero fabbriche dislocate in estremo Oriente per produrre gomme grazie ai costi più contenuti della manodopera (basti pensare che l’impianto di produzione più grande dell’italiana Pirelli si trova proprio in Cina). Il know how restava quello europeo o americano, mantenendo dunque elevati gli standard poiché i materiali utilizzati e le tecniche produttive erano i medesimi. La Cina proponeva di suo ben pochi prodotti, ovviamente a prezzi bassissimi ma dalla qualità scadente o quasi. Si trattava di gomme che lasciavano a desiderare non solo per quel che riguarda le performance ma anche dal punto di vista della sicurezza, in quanto sottoposte a controlli non certo rigidi come quelli che devono affrontare i pneumatici americani ed europei, compresi quelli prodotti in Oriente. La globalizzazione ha portato la Cina a confrontarsi con altre realtà, prendere atto dell’enorme divario esistente nella produzione di pneumatici e agire di conseguenza per provare a colmarlo. Il risultato che oggi abbiamo sotto gli occhi è frutto di un sostanzioso lavoro compiuto in relativamente poco tempo: sul mercato dei pneumatici si sono affacciate aziende cinesi, alcune delle quali nate negli ultimissimi anni, che hanno potuto godere dei poderosi finanziamenti pubblici stanziati dallo Stato, cifre corrispondenti a miliardi di euro che hanno gonfiato gli investimenti da destinare a ricerca e sviluppo. Budget molto più elevati della concorrenza che hanno permesso di lavorare a fondo sui prodotti, con l’obiettivo di imporsi nel mercato europeo non più esclusivamente con i prezzi bassi ma anche con la qualità, che permette a questi marchi cinesi di rivaleggiare con i produttori premium sia americani che europei. Seppur ancora non molto conosciute, queste aziende stanno esportando negli Stati Uniti ed in Europa pneumatici di elevata qualità e perfettamente a norma in termini di sicurezza, poiché sottoposti agli stessi controlli dei prodotti europei e americani. Si tratta dunque di gomme che si posizionano sullo stesso livello della concorrenza internazionale e dimostrano quanto sia stata rapida la crescita dei produttori cinesi, capaci di colmare in pochi anni un gap importante. La fetta di mercato dei pneumatici progettati e realizzati in Cina è ancora molto limitata, ma gli automobilisti stanno imparando a conoscere questi prodotti che nulla hanno da invidiare ai top di gamma statunitensi ed europei e si rivelano più vantaggiosi dal lato economico, poiché i loro prezzi sono mediamente inferiori. Oggi, dunque, non ha più senso – almeno in certi frangenti – ciò che vigeva sino a qualche anno fa, ovvero considerare non della stessa categoria i pneumatici realizzati dalle grandi aziende in Cina e quelli prodotti da brand cinesi, poiché enormi erano le diversità sotto molti punti di vista. Certo, ci sono ancora aziende cinesi che puntano tutto sui prezzi contenuti, ma la tendenza generale viaggia in un’altra direzione.

 

I pneumatici cinesi valgono quelli europei ed americani?

 

Allo stato attuale i pneumatici cinesi valgono quelli americani ed europei, nonostante la diffidenza che ancora circonda i marchi meno conosciuti, perché tuttora per tanti compratori vale la vecchia equazione, ovvero “made in China” uguale qualità scadente. Questo non è più vero e le prove si possono trovare facilmente sul web: i siti specializzati offrono numerosi strumenti per conoscere e scoprire le gomme, come ad esempio test e confronti fra pneumatici effettuati da riviste del settore, enti ed automobile club sparsi in tutto il mondo. Dati e parametri dunque non mancano per farsi un’idea sui vari pneumatici presenti sul mercato e quelli ideati e realizzati in Cina mostrano spesso valori in linea con i prodotti di punta del settore, certificando in tal modo la loro qualità. A ciò si aggiungono i commenti e le impressioni di chi acquista gomme cinesi attraverso i rivenditori online e si dice pienamente soddisfatto della scelta fatta, segno che le coperture che giungono dall’estremo Oriente sono in grado di incontrare il gusto anche degli automobilisti più “esigenti”, come vengono considerati in genere quelli europei. I pneumatici cinesi, insomma, hanno iniziato a far breccia anche nel nostro mercato, ma per vincere lo scetticismo che ancora li circonda la strada sembra essere piuttosto lunga. La responsabilità, però, in questo caso è della scarsa consapevolezza degli automobilisti e dei compratori in genere, troppo spesso attirati più dal richiamo pubblicitario che dall’effettiva qualità del prodotto. Guardando al passato, si può notare come fra anni ’50 e ’60 la considerazione che ora viene riservata ai pneumatici cinesi era destinata a quelli giapponesi: Bridgestone, Yokohama e Toyo erano aziende outsider viste non molto di buon occhio, mentre oggi sono dei marchi a livello globale, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo e non solo all’interno dei confini del Giappone. Pure i rivenditori fisici hanno cambiato prospettiva di fronte alle coperture realizzate in Cina, e molti gommisti hanno notato come spesso i prodotti cinesi si rivelino più affidabili di tanti altri progettati e realizzati in Europa. Insomma, si possono comprare pneumatici fabbricati in Cina? La risposta è , avendo però l’accortezza di informarsi a dovere sulle gomme che si vogliono acquistare, ma tale approccio andrebbe seguito a prescindere dalla provenienza del pneumatico: saperne di più su ciò che si compra è il requisito fondamentale per non fare acquisti sbagliati.

 

Ricerca e sviluppo: un limite superato

 

La vera differenza attualmente fra i pneumatici la fanno ricerca e sviluppo: da tale punto di vista i prodotti cinesi fino a non molti anni fa erano oggettivamente indietro e se per quanto concerne i materiali il divario non era così notevole, tecnologicamente parlando le gomme “made in China” avevano a che fare con dei limiti spesso evidenti. Oggi tale ostacolo è stato superato grazie agli investimenti massicci nello sviluppo, che hanno permesso ai pneumatici cinesi di recuperare il terreno perso: le aziende con sede in Cina, addirittura, hanno potuto contare su finanziamenti ben più elevati rispetto alla concorrenza, riuscendo così a colmare la distanza che separava i loro prodotti da quelli di punta del mercato delle gomme. A livello ingegneristico è stato fatto un lavoro profondo ed accurato per consentire alle gomme fabbricate in Cina di poter competere alla pari con quelle dei brand più famosi e in molti casi l’obiettivo è stato pienamente centrato. Se in passato i marchi cinesi si limitavano a “ricalcare” il battistrada dei pneumatici meglio riusciti delle aziende più famose – proponendo coperture all’apparenza “uguali” ma dalle prestazioni molto distanti dagli originali – adesso le società cinesi più intraprendenti seguono la loro strada, dando così vita a prodotti davvero nuovi la cui qualità non è più discutibile e lontana da quella delle gomme più conosciute sul mercato, e sono in grado di entrare in concorrenza con i marchi più blasonati. La produzione cinese ha dunque ampliato la sua presenza sul mercato: non più soltanto prodotti ultra-economici e di bassa qualità come avveniva sino a pochi anni fa, ma anche pneumatici di fascia medio-alta che mostrano valori ottimi per quanto riguarda durata nel tempo, tenuta in curva, spazi di frenata, stabilità e aderenza in qualunque condizione di asfalto. Per questo sempre più esperti nel settore pneumatici sia in Europa che negli Stati Uniti sono concordi nell’affermare che l’industria cinese è perfettamente in grado di realizzare prodotti di prima qualità e gli esempi in tal senso non mancano, basta saperli cercare nella vasta offerta di pneumatici che il mercato propone; trovarli potrebbe non essere così difficile, visto che i prezzi sono più contenuti in confronto a quelli della concorrenza, dovuti non solo alla manodopera più economica ma anche a minori investimenti nel marketing, il che – come una medaglia dai due volti – da un lato garantisce il contenimento dei costi ma dall’altro limita la visibilità del marchio, e così si spiega perché tali brand risultino spesso sconosciuti.

 

Winmax: un produttore cinese da tenere d’occhio

 

Fra gli esempi di pneumatici cinesi di qualità ci sono i prodotti di Winmax Tyre International, un’azienda giovane e dinamica che ha puntato forte proprio sugli investimenti nel settore di ricerca e sviluppo. Sfruttando un impianto produttivo di nuova generazione, costruito appena tre anni fa, e un mix di tecnologia italiana e tedesca, produce circa 12 milioni di pneumatici ogni anno, fra cui anche il LuckyLand AG01, gomma “premium touring quattro stagioni interamente progettata e realizzata in Cina. Questa copertura vanta la dicitura M+S e la certificazione 3PMSF, che la rende adatta all’utilizzo in tutte le stagioni con la garanzia di prestazioni ottimali sia in estate che in inverno. La mescola di questo pneumatico è stata arricchita con silice per migliorarne la flessibilità e ridurne la resistenza al rotolamento, inoltre ne abbassa la temperatura minima di esercizio – fattore fondamentale per incrementare il grip a basse temperature – limitando al contempo il calore generato durante l’utilizzo, al fine di non accelerare il consumo del battistrada durante la stagione più calda. Il particolare disegno del battistrada stesso, a forma di V, migliora l’aderenza su strada ghiacciata o innevata e le lamelle aumentano il grip complessivo quando il fondo stradale è più scivoloso. A fronte di una tecnologia piuttosto evoluta, il costo dei LuckyLand AG01 All Season di Winmax è davvero contenuto, dato che su gomme-auto.it si possono trovare a partire da 37,90 euro nella misura 175/65 R14.

Della medesima azienda sono i Milemore MP02, pneumatici “high performance” che uniscono prestazioni e durata nel tempo: il rendimento è quello di una copertura “performance”, la durata quella di una gomma touring e il tutto ad un prezzo contenuto, in linea con i prodotti di matrice asiatica. Anche in questo caso la mescola della gomma è arricchita con silice dunque la resistenza al rotolamento è ridotta, a beneficio dei consumi di carburante (più contenuti). Il lavoro ingegneristico si nota in particolar modo sul battistrada, il cui disegno è studiato appositamente con dei canali centrali per favorire lo smaltimento dell’acqua in caso di strada bagnata ed assicurare in tal modo un grip costante sull’asfalto. Infine questi pneumatici sono totalmente sicuri anche per quel che concerne i materiali impiegati, dato che l’MP02 è conforme alla normativa europea REACH, che certifica come i componenti chimici adoperati rispettino l’ambiente e non siano dannosi per l’uomo. Sul sito di gomme-auto.it i Milemore MP02 sono disponibili a partire da 43,90 euro nella misura 195/65 R15.

Condividi questo articolo
Exit mobile version