” Io non ci sto”: un grido contro la violenza sulle donne

Antonella Capozzoli

” Oggi io decido di essere Maria Elena Boschi e dico “NON CI STO”

Anna Maria Maiorano, del coordinamento Donne partito socialista referente Cilento, si è espressa in maniera chiara e inequivocabile rispetto a un argomento che, soprattutto oggi, ha fatto molto discutere.

Essere Donna è un’esperienza così affascinante , è un’avventura che richiede coraggio”, scriveva Oriana Fallaci. Oggi, una donna su tre è vittima di violenza, sia verbale che fisica. La violenza viaggia subdola: a volte, è silenziosa e invisibile; altre volte, si manifesta in tutta la sua cruda realtà. Non si ha molto spesso la percezione di quanto sia labile il confine tra un semplice commento e un’ offesa che, invece, nasconde un mondo e un modo di ferire la dignità. Essere donna è avere il coraggio di dire “io non ci sto'” . Non ci sto alle offese sessiste fatte passare come un libero pensiero, perché c’è chi ha lottato per la mia libertà di poter essere donna. Mamm,a donna, compagna, amica e, perché no, anche amante: queste sono le libertà che ogni giorno siamo costrette a difendere. Il silenzio uccide 2 volte . L’indifferenza uccide 2 volte . La leggerezza del sorvolare uccide e ferisce 2 volte. L’episodio al quale abbiamo assistito è solo frutto dei nostri giorni, frutto di una realtà che va cambiata in onore delle tante, troppe vittime di violenza. Purtroppo non bastano le campagne di sensibilizzazione, non bastano gli slogan, serve altro: bisogna cominciare a dire : “IO NON CI STO'”.  Una donna su tre è vittima di violenza e oggi, io, decido di essere Maria Elena Boschi e dico” NON CI STO!”

 Le sue parole, riportate integralmente, accedono uno spiraglio di luce e solidarietà su una vicenda che ha dell’incredibile: si fa riferimento, infatti, al commento choc lasciato all’on. Maria Elena Boschi dal  consigliere di maggioranza di Vibonati, Vincenzo Orlando, che, senza mezzi termini, ha definito la Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri “bugiardona”, invitandola poi a fare sesso orale. A riportare agli onori della cronaca il fatto, il gruppo di minoranza di Vibonati “Voci Libere” attraverso un intervento che, come l’intera vicenda, arriva dai social.Il consigliere si è scusato, poi, pubblicamente attraverso i social, ma la questione non è per questo dimenticata.

Il problema, sociale e culturale, resta, e cresce esponenzialmente davanti ai nostri occhi; fino a quando non si scardinerà l’idea per cui una donna è un corpo, un oggetto sessuale, una mera proprietà non si potrà mai parlare di una società veramente evoluta, educata, civile.

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