L’Università di Salerno ha celebrato i 200 anni dalla nascita di Francesco De Sanctis

Anais Di Stefano

Si è chiusa ieri una due giorni a lui dedicata

L’università degli Studi di Salerno – il 9 e il 10 ottobre – ha celebrato i duecento anni dalla nascita di Francesco De Sanctis, storico della letteratura, intellettuale europeo, attivista politico, primo ministro dell’istruzione nell’Italia Unita. Il convegno dal titolo “Francesco De Sanctis e la critica letteraria moderna” – che ha messo in luce la modernità di un intellettuale legato ai fermenti della cultura europea di fine Ottocento – è stato promosso dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bicentenario della Nascita di Francesco De Sanctis, in collaborazione con il “Liceo De Sanctis” di Salerno.

Il critico, natio dell’Irpinia, sin da subito si rivela un adolescente sì diligente, ma che non rinuncia ad essere patriota impegnato nella costruzione di una nazione unita, tanto da vivere a stretto contatto con la società e cultura del suo tempo, «lasciandoci frammenti di essa con una modernità sorprendente, sino a dialogarci con quel tempo», commenta Toni Iermano, Presidente del Comitato Scientifico. Vive a stretto contatto con le passioni politiche, sino a riformare l’idea stessa di politica, una politica che diviene energia, passione e capacità di guardare al bene pubblico.

Durante le due giornate di studi si è messo a confronto l’interpretazione ermeneutica dei grandi autori della letteratura italiana – che ritroviamo all’interno di un’opera monumentale, nonché sintesi ardente di tutta l’intera storia della società italiana, la sua “Storia della letteratura” – e la scoperta dell’eredità desanctisiana nelle moderne letture. Un viaggio quello del critico tra i capolavori della letterarietà – peraltro in un periodo di massima decadenza e disgregazione – dove attraversa la storia della formazione della coscienza italiana, ideale per la costruzione di uno stato unitario.

A ricordare il celebre storico sono stati alcuni tra i maggiori specialisti della letteratura italiana oltre al Presidente del Comitato Nazionale: G. Bianco, F. Livi dalla Sorbonne di Parigi, E. Giammattei, Pasquale Sabbatino e Giancarlo Alfano da Napoli, R. Mordenti, R. Caputo, G. Ferroni da Roma, P. Guaragnella da Bari, A. M. Morace da Sassari, G. Ruozzi da Bologna, E. Fenzi da Genova, i quali sono intervenuti sulla “Storia della Letteratura italiana”. Diversi sono stati i temi affrontati durante i lavori: da Dante, Petrarca, Boccaccio, passando per Gramsci e Pirandello. L’Orlando furioso, il sistema di Machiavelli e Guicciardini, la Poesia lirico-elegiaca nel Seicento, la Nuova Scienza e «arte dello scrivere». Ancora, le acquisizioni della critica desanctisiana su Manzoni, ma anche uno sguardo sul Goldoni, per poi passare al Foscolo e fare luce sulla critica intertestuale del Novecento e concludere con Leopardi e l’inizio della modernità letteraria. Infine, L’Officina del Dramma Antico del “Liceo De Sanctis” ha portato in scena il dramma del critico, Torquato Tasso.

Il Bicentenario della nascita ha offerto l’occasione, non retorica, di «un ritorno alla sua opera con la sua opera», attraverso il progetto di studiosi, ricercatori, appassionati che si propone di restituire una visione completa ed articolata della figura di uno dei maggiori intellettuali del XIX secolo, Francesco De Sanctis, indiscusso protagonista del dibattito culturale e della scena politica italiana dal 1848 al 1883. Un uomo che considerò le arti, la letteratura, la cultura del suo tempo un’esperienza umana su cui fondare i valori liberali che ispirarono il proprio impegno. Un impegno il suo che ci invita ad attingere dal suo messaggio di onestà, di passione civile e di democrazia.

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