“Concerto per Velia”: una serata dedicata all’archeologa Carla Antonella Fiammenghi

Laura Del Verme

L’appuntamento il prossimo 26 agosto, nel decennale della sua scomparsa

Un atteso tributo alla memoria di una grande archeologa, troppo presto strappata ai suoi affetti ed al suo amatissimo lavoro, è quello che l’antica Velia dedica ad uno dei suoi direttori più appassionati, sabato 26 agosto, nel decennale della sua prematura scomparsa.

Amici e colleghi di sempre, hanno voluto ricordare, in occasione di una delle manifestazioni più prestigiose del territorio: Velia Teatro, il lavoro e la passione di una funzionaria che ha dedicato molte delle sue energie alla tutela, allo studio ed alla promozione dell’antico sito foceo. Il tributo scelto, un concerto, nel ricordo di una persona riservata, austera e combattiva ma dall’entusiasmo contagioso. Il suo impegno per il territorio ha segnato importanti tappe scientifiche nella conoscenza delle dinamiche di occupazione e popolamento dell’area velina, e pestana, che ha sempre condiviso con colleghi e studiosi, con una generosità rara.

A lei si deve la scoperta e lo scavo, a San Marco di Castellabate, di una importante necropoli romana. Circa duecento tombe appartenute a liberti e ad ufficiali della flotta romana. Una vera e propria base militare o scalo di approvvigionamento per la flotta imperiale nel I-II secolo d.C. nel cuore del parco nazionale del Cilento, a due passi da punta Licosa. E lo scavo di Agropoli, un piccolo saggio nell’area del Castello angioino aragonese che ha però fornito a storici ed archeologi nuovi elementi di ricerca sul più antico insediamento sibarita della costa. Il suo saggio, sulla parte alta del promontorio, aveva infatti restituito un’interessantissima stratigrafia: dopo una fase di frequentazione databile al Bronzo Finale, il sito risultava occupato dalla fine del VII sec. a.C. Sua è la scoperta di frammenti di terrecotte architettoniche arcaiche di un tipo identico, anche se di più ridotte dimensioni, a quello che riveste il tetto del Tempio più antico di Paestum (la c.d. Basilica).

Sfide ambiziose queste, che hanno comportato anche scelte coraggiose in termini di tutela e monitoraggio di un territorio troppo spesso depauperato delle sue bellezze più autentiche. A lei rinnoviamo il nostro affetto con queste poche righe, ricordandola come avrebbe voluto: con una breve riflessione sul suo lavoro e nella sua Velia.

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